Attualita

La Giustizia deve riprendere il suo corso

Conferenza stampa ieri all'Ordine distrettuale dei fori siciliani

Caltanissetta – Nella sede dell’Ordine distrettuale di Caltanissetta, si è tenuta una conferenza stampa coorganizzata dall’OCF, dall’ Ordine distrettuale e dall’Unione dei fori siciliani. C’erano, l’avv. Emanuele Maganuco come delegato distrettuale dell’OCF, il consigliere tesoriere del CNF, avv. Giuseppe Iacona, il vicepresidente Riggi per l’ordine degli avvocati di Caltanissetta, l’avv. Maria Giordano e l’avv. Spinello rispettivamente per il consiglio dell’Ordine degli avvocati di Gela ed Enna, oltre ad altri colleghi in rappresentanza di altre istituzioni ed associazioni forensi del distretto. È stato confermato lo stato di agitazione indetto dall’ avvocatura Italiana, evidenziando che è stato  avviato un monitoraggio sulla effettività della ripresa dell’attività giudiziaria. C’è la necessità che la giustizia riprenda velocemente il suo corso.

E’ stato ribadito con forza la necessità di ridare credibilità alle istituzioni ed alla giurisdizione, anche in ragione del debito di immagine generato dalle note vicende giudiziarie che stanno coinvolgendo ex figure di rilievo della magistratura associata, auspicando che si acceleri una riforma dell’ordinamento giudiziario, ad iniziare dalla separazione delle carriere.

“I diritti degli Italiani e del sistema produttivo sono bloccati – si legge nella nota diffusa alla stampa –  in ostaggio dei Tribunali sostanzialmente inattivi, nel pieno di una crisi senza precedenti che sta mettendo drammaticamente in luce e aggravando i problemi atavici della nostra Giustizia. L’Avvocatura Italiana, sin dall’insorgere della pandemia, ha avvertito della
necessità che, nel rispetto delle differenze territoriali imposte della pandemia, si assumesse comunque un piano straordinario generale e unitario di messa in sicurezza della Giustizia, che evitasse la sospensione indefinita dei processi. Le scelte assunte hanno invece prodotto centinaia e centinaia di prassi diverse, che hanno reso incomprensibile l’esercizio delle attività giudiziarie e che comunque non ne hanno consentito una reale ed effettiva ripresa: cosicché oggi, a distanza di oltre tre mesi dalla sospensione avvenuta il 7 marzo scorso e a oltre un mese dalla presunta ripresa, nelle aule dei nostri tribunali si celebrano pochissimi giudizi, e i diritti dei Cittadini e delle imprese restano in attesa, ostaggio di scelte inadeguate e dello stato in cui si trovavano già prima dell’emergenze le strutture in cui si svolgono le attività giudiziarie (e che l’OCF sta denunciando da lungo tempo). Anche le recenti misure adottate dal Parlamento e dal Governo per una piena ripresa delle attività giudiziarie dal 1° luglio suscitano profonde preoccupazioni, in quanto sta prevalendo l’orientamento che esse non
consentano più l’utilizzo delle modalità alternative predisposte per la cd. “fase 2”, con le quali erano state programmate le udienze per il mese di luglio:cosicché, nella attuale impossibilità di tenerle con modalità ordinaria (in mancanza di un adeguato piano di sicurezza) vi è il serio rischio che ne derivino rinvii generalizzati: cosicché tali misure, anziché consentire la ripresa, aggraverebbero i problemi in corso. Il modo adeguato per ridare alla Giustizia il ruolo e la dignità che le spettano, a sostegno di un Paese che sta ripartendo in tutti gli altri settori, è quello di consentire la concreta e materiale apertura dei Tribunali, con un piano di interventi che, pur nel rispetto delle esigenze sanitarie, consenta la ripresa a pieno regime – anche nelle sedi – delle attività giudiziarie, in modo effettivo e concreto per la tutela dei diritti di tutti e a sostegno della ripartenza del
“sistema Italia”. Occorre un piano straordinario per la messa in sicurezza delle attività e degli
edifici giudiziari che comporti

1- Modalità di risoluzione delle criticità disposte direttamente dal
legislatore e dall’amministrazione centrale per lo svolgimento delle
attività giudiziarie in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, con
la previsione unitaria delle misure speciali per i territori in cui sia più
alto il rischio di contagio
2- L’assunzione di una norma di legge, anche a mezzo di decretazione
d’urgenza, che consenta lo svolgimento delle udienze con le modalità già
previste nei relativi provvedimenti di fissazione
3- L’immediato stanziamento di adeguate risorse per la Giustizia e per la
messa in sicurezza degli edifici giudiziari
4- La dotazione di adeguati strumenti informatici, di linee a banda larga e
di personale tecnico di supporto per gli uffici giudiziari, per lo
svolgimento in sicurezza delle attività da remoto
5- Aumento del fondo di dotazione del patrocinio a spese dello Stato per la
difesa degli strati deboli della nostra società
Presidiamo le istituzioni giudiziarie, chiedendo un intervento incisivo e
immediato del Governo per la riapertura dei nostri Tribunali, e monitoriamo
l’effettività della ripresa delle attività giudiziarie, pronti a organizzare forti
iniziative di protesta nazionale nel caso in cui ciò non avvenga.
La Giustizia è una funzione essenziale dello Stato, per la nostra vita e per i
nostri diritti, non possiamo lasciarla morire come sta avvenendo in questi
giorni.

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