Archeologia e storia del territorio gelese

Il mito di Ulisse e l`Odissea interminabile dei reperti gelesi.

L’assessore ai beni culturali e dell’identità siciliana Alberto Samonà ha annunciato l’apertura, a Gela, della mostra “Ulisse l’arte e il mito” per il prossimo mese di Giugno. La mostra verrà ospitata all’interno del padiglione, struttura adiacente al nuovo Museo del mare.
La struttura risulta completata, resta solo da organizzare l’allestimento per ospitare i reperti che andranno a comporre l’esposizione. La mostra è alla sua seconda tappa, la prima è stata ospitata nel complesso museale di San Domenico a Forlì, Febbraio-Giugno 2020. Quella di Gela avrà lo stesso tema, ma le opere in esposizione saranno diverse.
Nella mostra di Forlì, a parte La nave di Gela, meglio dire parti di essa, il paramezzale, la ruota di poppa e i madieri, erano esposti materiali, tutti pertinenti al mito di Ulisse, che coprivano un ampio arco cronologico, dall’antichità al Novecento.
La mostra di Gela, probabilmente, sarà composta da materiali prevalentemente archeologici, lo stesso Assessore ha già annunciato che una parte dei reperti arriveranno dalla Grecia grazie al clima di collaborazione, instauratosi particolarmente negli ultimi tempi, sullo scambio e restituzione di reperti tra il Governo siciliano e le autorità greche.
Il completamento del padiglione precede l’apertura del Museo del mare a Bosco Littorio e la conclusione dei lavori di ammodernamento e ampliamento del museo archeologico di Gela, museo, quest’ultimo, la cui istituzione, nel lontano 1958, non è riuscita a fermare il dirottamento dei reperti archeologici gelesi altrove.
Negli anni, questo museo ha subito vari smembramenti delle sue collezioni. Reperti storicizzati e musealizzati hanno subito un trasferimento massiccio, unico nella storia dei musei , verso altre sedi museali, Caltanissetta in testa.
Il museo di Gela non riceve materiali dalla soprintendenza di Caltanissetta da oltre un ventennio, pure reperti da sequestri effettuati in città trovano spazio nelle sale del museo del capoluogo di provincia. Se le richieste di trasferimento di molti reperti ospitati nel museo di Gela verso altre sedi, vengono sempre puntualmente soddisfatte, ogni richiesta di restituzione reclamata per il nostro museo ha sempre ricevuto un rifiuto categorico.
I principi di storicizzazione e musealizzazione, sempre avanzati dagli altri museali siciliani per non restituire nulla, quando si è trattato di prelevare dal nostro museo, per qualche misteriosa ragione sono stati ignorati.
La questione delle mancate restituzioni a Gela raggiunge livelli paradossali quando si scopre che tanti reperti gelesi sono stati restituiti in effetti, ma non al museo di Gela, il caso del museo di Agrigento è emblematico.
Dal museo Paolo Orsi di Siracusa, in occasione dell’istituzione del museo archeologico di Agrigento, avvenuta dieci anni dopo quello di Gela, vennero trasferiti reperti gelesi, sempre nello stesso museo confluirono reperti dal museo Salinas di Palermo, tra cui il noto Cratere di Gela. Il vaso in questione fu uno scambio tra l’allora soprintendenza di Agrigento e quella di Palermo.
Nell’archivio Beazley, in cui sono registrati la gran parte dei vasi, soprattutto attici, facenti parte delle più note collezioni museali del mondo, il nostro Cratere di Gela ha una registrazione all’interno del nostro museo, registrazione che quasi certamente ha preceduto quella al museo di Agrigento.
Nel museo agrigentino si conserva pure una coppetta di antica produzione geloa con raffigurazione della triskeles, rinvenuta a Bitalemi, num.inv.35534.

La coppetta scoperta a bitalemi
Questo reperto , un tempo nel percorso espositivo del museo di Gela, venne “momentaneamente  trasferito al museo di Agrigento in occasione di una mostra nei primi anni settanta, da allora, nonostante le continue e veementi istanze di restituzione, il manufatto resta ancora ad Agrigento, insieme probabilmente ad una parte consistente del medagliere del museo di Gela.
Un’altro clamoroso caso è quello dell’erma bronzea, proveniente dal territorio ad

erma bronzea

est di Gela, trasferita da Siracusa a Ragusa.

Questo reperto, dietro sollecito dell’Associazione cittadina “Salviamo la bellezza” era stato individuato come proveniente da Gela, cosa ampiamente confermata dopo le verifiche, e non da Camarina come erroneamente riportato nel museo di Ragusa, ed era quasi in procinto di far ritorno in città, se non fosse stato bloccato dal cambio di direzione del museo ragusano.
Ai solleciti inoltrati dall’associazione per concludere questa pratica, è stato replicato di riformulare la richiesta. Viene da chiedersi allora se deve essere un’associazione di cittadini a sostituirsi alle istituzioni nel porre rimedio ad un’errore scientifico, gravissimo, di contestualizzazione, sostituzione pretesa pure per quello che riguarda il normale lavoro di ufficio e comunicazione tra enti.
Della lista delle mancate restituzioni fanno parte le decorazioni architettoniche dell’ Athenaion sull’acropoli di Gela (Tempio B ). I reperti, che facevano parte delle collezioni del Municipio di Gela, in seguito donate al museo, vennero trasferiti “temporaneamente” , insieme ad altri reperti, a Siracusa, per ragioni di studio e restauro, da allora mai più restituiti.
Se vogliamo fare un paragone con le vicende archeologiche greche in tema di restituzioni, l’elenco fatto rappresenta i nostri “Marmi del Partenone”, che a differenza dei più noti reperti dell’acropoli di Atene, pur condividendo lo stesso destino di diaspora, non hanno voce.
La mostra “Ulisse l’arte e il mito”, considerato il clima favorevole di scambi e restituzioni, dovrebbe essere l’occasione per rimediare ai tanti torti, limitandosi al solo ambito archeologico, subiti dalla città. Tema centrale della figura di Ulisse ,e di ciò che il mito tramanda, è il ritorno.
Itaca, attraverso avventure e peripezie, è la metafora di tutti i ritorni. Auguriamoci che lo stesso destino e conclusione, possa riguardare i reperti gelesi, speriamo abbia fine l`anacronistica pratica dei trasferimenti di reperti in altri contesti, escluse ovviamente le brevi occasioni, come i prestiti per le mostre . La restituzione, doverosa ,di quanto sottratto, incarnerebbe perfettamente l`idea e lo spirito di una mostra dedicata ad Ulisse ed al suo agognato ritorno.
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