AttualitaDai ComuniMazzarino

Acqua razionata a Mazzarino

A Messina Ati commissariata

La notizia è che c’è poca acqua a Mazzarino. Ma anzichè dire questo, l’ufficio comunicazione di Caltaqua traduce con questa formula: Di seguito il programma di distribuzione nel comune di Mazzarino:

07/02   s. Lucia

08/02   via Roma

09/02   Calvario, Fasallari, Immacolata

10/02   Fondaco vecchio

11/02   Salita Montata, Mercadante

della serie di scrive Caltaqua si legge poca acqua.

E intanto, è di queste ore la notizia che la Regione ha commissariato l’Assemblea Territoriale idrica di Messina che raccoglie i 108 comuni della provincia di Messina  e nella quale la città capoluogo ha un ruolo preminente.
L’ex Ato di Messina era stato tra i pochi, insieme a Ragusa e Trapani, a non avere affidato la gestione del SII ad un gestore unico né tantomeno ad un gestore privato o misto. Fu il risultato della battaglia condotta dal Forum acqua pubblica e da moltissimi comuni del messinese che si schierarono per la gestione pubblica.

Anche l’Ati Messina sembrava orientato verso la scelta pubblica, ed addirittura nell’assemblea del 20 luglio 2018 indicava nell’Amam, spa pubblica del comune di Messina, il possibile gestore unico del SII del messinese. Decisione ribaltata lo scorso dicembre dall’assemblea dei Sindaci.
Mancava però il Piano d’ambito che il sindaco di Castelmola Orlando Russo, eletto Presidente dell’Ati a giugno 2019 in sostituzione del sindaco di Mistretta decaduto per lo scioglimento per mafia di quel comune,  non è riuscito a sbloccare. Un piano fondamentale che vale centinaia di milioni di euro e la cui approvazione da parte dei comuni è propedeutica all’affidamento al gestore unico. La Regione ha finanziato la redazione del piano d’ambito della provincia di Messina con oltre 250.000 Euro che saranno gestiti dal Commissario ma è fondamentale che i Sindaci diano indicazioni precise sulla futura gestione pubblica e partecipativa del SII attraverso la costituzione di una azienda speciale consortile, come già deliberato dall’ATI di Agrigento che ha potuto valutare gli effetti nefasti della gestione mista e della privatizzazione. Solo così i comuni del messinese, che insieme alla provincia in maggior numero in Sicilia hanno promosso la legge di iniziativa popolare e dei consigli comunali per l’acqua pubblica che ha dato vita alla l. r. 19/15 vigente, potranno mantenere in mano pubblica la gestione di una risorsa indispensabile, restando comproprietari di una azienda di diritto pubblico che non fa profitto sull’acqua, nel rispetto della legge regionale e della volontà popolare referendaria.

Mostra Altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button