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Acqua: bollette da 10.000 euro

Oggi il giorno dell'assemblea e del Consiglio comunale

Gela – C’è una bolletta da 10 mila euro sull’erogazione idrica di un’utenza. E’ il massimo registrato finora. Poi ci sono bollette da 6000 , 3000, 2000, ma anche a credito ad onor del vero, poche rispetto alla massa di cittadini di Gela, Niscemi e di tutta la provincia nissena. La stessa provincia vituperata in tutti i modi: con i Patti traditi, le compensazioni perse, i reperti trasferiti e il turismo mai decollato. Quella provincia e Gela in particolare dove la coltre maledetta non si è ancora dissipata, grazie ad una politica inetta ed all’indifferenza dei gattopardi che la popolano. Sembra che qualcosa stia cambiando. Sembra, vista la rabbia montata da qualche settimana che stasera del dar prova di sé.

Si prevede un consiglio comunale acceso quello di stasera sulla vicenda della situazione idrica che ha fatto esplodere la rabbia dei cittadini. I consiglieri si stanno preparando, carte alla mano con il contratto con le società di gestione, carta di servizi, regolamenti, carta di servizi, disciplinari. Fiumi di parole per regolamentare un servizio su un elemento naturale. Il consigliere Grisanti che ha avuto la documentazione dopo due mesi ha studiato le carte: “la mia formazione giuridica – spiega Grisanti – mi porta a prevedere tutte le risposte possibili da parte delle controparti. I faldoni sono tanti e gli spunti sono diversi e si prestano a interpretazioni che coinvolgono enti ed organismi diversi. La risoluzione del contratto, per esempio, non interessa solo Caltaqua, in quanto la società di gestione è inserite nell’Ato di cui fa parte anche il comune di Gela. L’Ato a sua volta, potrebbe chiamare in causa la Regione che rappresenta l’ente di riferimento per eccellenza”. Insomma si tratta di un sistema complesso per il quale le risposte di un legale si perdono nelle pieghe della legge. Di fatto la questione che si incunea fra norme e leggine, aumenti tariffari avallati da politici e commissari, si riverbera nell’economia dei cittadini destinatari di un complesso quadro che alla fine produce cifre a quattro zeri.

“Seppur si tratti di bollette emesse a seguito di una rivisitazione tariffaria (legittima), approvata dall’Ato idrico di Caltanissetta con una delibera commissariale del 15.10.2018 – scrive l’avv. Emanuele Maganuco – che a suo volta richiamava un dettato dell’Arera, non può non evidenziarsi che nessun atto amministrativo puó derogare ad un principio giuridico contenuto nell’art. 11 della disposizione sulla legge in generale, che può essere derogato solo da una fonte normativa di pari rango.

L’art. 11 delle preleggi così recita “La legge non può che disporre per l’avvenire: essa non ha effetto retroattivo”.

Sul punto il Consiglio di Stato, sez. VI, con sentenza del 9.9.2008, n. 4391, ha stabilito che il limite tecnico alla retroattività di un atto amministrativo è fondato sull’art. 11 delle disposizioni sulla legge in generale contenute nel codice civile. Tale fonte di produzione normativa può essere derogata solo da fonti di pari rango e non da un atto amministrativo.

Senza dire che questi conguagli rappresentano una violazione dell’art. 1375 del codice civile oltre che di svariate disposizioni contenute nel nostro codice del consumo.

La ratio delle norme é quella di consentire al consumatore, se informato per tempo della nuova articolazione tariffaria, di valutare se esercitare o meno, nel corso dell’anno di riferimento e non ex post, il diritto di recesso dal contratto di fornitura idrica con il gestore del servizio idrico.

Forse sarebbe opportuno, per evitare una pletora di contenziosi giudiziari, che il gestore, ferma rimanendo la nuova articolazione tariffaria, rivedesse queste bollette contenenti i conguagli.

La politica potrebbe favorire questa opera di sensibilizzazione, peraltro supportata da principi giuridici, oltre che da precedenti giurisprudenziali, abbastanza pacifici”.

I cittadini non pagano; sono preparati a tutto, hanno già presentato i ricorsi, come consigliano i legali, per bloccare la procedura ed allungare i tempi  dei possibili distacchi dei contatori. Sono preparati anche a questo, sapendo che a fronte delle bollette esose, meglio acquistare l’acqua a mezzo autobotti.

Alla fine il consiglio comunale si concluderà con il solito documento, come tanti documenti prodotti che non hanno mai risolto nulla

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