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Quale è il miglior caffè del supermercato?

Quando si parla di caffè macinato, il legame alla marca è così forte che fino alla fine del secolo scorso, insieme al corredo di lenzuola, le madri lasciavano ai figli anche le indicazioni sul caffè da avere sempre in casa. Oggi le cose sono cambiate, ma non abbiamo capito se in meglio: le capsule prendono sempre più quote di mercato, molti si interessano ai caffè americani e ai caffè filtro, e la moka sembra più un oggetto da nonna, come la pentola a pressione. L’acquisto del caffè macinato diventa sempre più impulsivo e frutto di scelte dettate da fattori esterni (sconti, pubblicità), mentre della marca d’infanzia non resta nemmeno l’ombra. Rimane però la grande abitudine del caffè indoor. Ma non è chiaro se si tratta di un’abitudine giusta, sbagliata o pessima.

Abbiamo rifatto un giro nei supermercati alla ricerca dei caffè più comuni e non troppo costosi e, per questa volta, abbiamo coinvolto un Coffee Specialist che ci ha aiutato a standardizzare gli assaggi, guidandoci nella degustazione. L’esperto è Gianni Tratzi, che – con il suo progetto Mezza Tazza – presta consulenza nel settore del caffè. Simpatia e spietatezza si sono fuse in queste pagelle che vi lasceranno sgomenti, perché il caffè che comprate da sempre è probabilmente quanto di più sbagliato possa esserci.

Esatto, la premessa generale è che molti caffè non hanno superato la sufficienza, nonostante li abbiamo assaggiati scegliendo l’acqua – mai troppo dolce, mai troppo dura – e la tecnica più adatte alla moka. Prima di dare i voti, vi indichiamo altri aspetti di cui vi suggeriamo di tenere conto e su cui il nostro super Coffee Specialist ci ha fatto riflettere.

Siamo spesso portati a credere che il caffè Arabica sia in assoluto il migliore da comprare. È vero che la specie Arabica sia qualitativamente migliore rispetto alla Robusta, ma dagli assaggi è emerso che ci sono caffè con Robusta lavorati meglio, e che quindi risultano più gradevoli da bere.

Freschezza del caffè
Buona parte delle note negative del caffè sono dovute a fattori legati alla poca freschezza del macinato. Anche in confezione chiusa, il troppo tempo sullo scaffale porta a una perdita della complessità del caffè. Questa perdita inizia già dopo un’ora dalla macinatura, ed è subito chiaro come quindi non sia un fatto controllabile nella catena commerciale. Sarebbe poi ideale consumare caffè entro i 60-90 giorni dalla tostatura, ma queste informazioni non sono mai disponibili nelle etichette dei caffè distribuiti in GDO. E l’anno di raccolta? Qualcuno sa quando i chicchi sono raccolti? No, anche se sarebbe un’informazione preziosa per capire la freschezza del prodotto.

Informazioni in etichetta
I pack del caffè sono un pullulare di parole senza senso. Ci bombardano di concetti cliché che non servono a nulla se non a darci l’idea di quello che, secondo loro, vorremmo bere. Concretamente, mancano informazioni legate alla provenienza dei chicchi e ai processi di produzione. Non ci sono obblighi di legge in merito, ma speriamo arrivino presto, altrimenti ci arrabbiamo.

Il senso del caffè
Per quanto sia una commodity, il caffè è letteralmente un piacere, una coccola durante le nostre giornate. Nello stesso tempo può rappresentare una voce di costo importante nella spesa, ma per un prodotto del genere siamo dell’idea che valga la pensa spendere qualche centesimo in più. Lo scopo è bere un caffè che sia effettivamente buono e che premi il lavoro delle torrefazioni serie, oltre a premiare il nostro palato, stufo di relazionarsi con questi gusti amari che no, non c’entrano niente con il vero caffè.

Caffè Macinato ­– N.C.
Pagato quanto un caffè al bar, un euro, ma con la differenza che qui di caffè ne fareste almeno 30. Tutti piuttosto orrendi.
Non ci siamo sentiti di esprimere un voto su questo caffè – acquistato al Carrefour – così anonimo da non avere nemmeno un nome tutto suo. L’unica cosa che leggiamo sul fronte del pack è “Classico, equilibrato e intenso”: ci rendiamo tutti conto che non significa niente? Ma l’assaggio è coerente con la confezione, non si capisce nulla. Sentiamo solo questa nota dolce, ma per nulla naturale, piuttosto anomala da trovare in un caffè. Ammesso che lo sia, non ne siamo ancora sicuri.
Prezzo: 1,00 € per 250g

Pellini 100% Arabica – 2
Confezione nera che ci ricorda i prodotti un po’ luxury e descrizioni invitanti come gusto classico e deciso e particolare inconfondibile. Prezzo in linea con altri ma leggermente più pretenzioso. Pellini con la sua confezione ci ricorda che il caffè è una cosa seria. È nel gusto che si perde. Già al profumo ancora bollente in tazza, ci lascia un po’ perplessi. Sembra di muoversi nella cantina del nostro palazzo e invece siamo con il naso nella tazzina. Emergono le note di muffa e l’assaggio lo conferma, insieme a quelle di legno e un amaro non affatto piacevole. Sì, perché l’amaro non è che deve essere così importante in un caffè, anzi.
Siamo molto delusi da questo assaggio che non ci racconta nulla circa la sua provenienza o uso dei chicchi, ma ci mette d’accordo sul fatto che è spiacevole da bere. Ultima conferma, le note muffate del caffè esausto, ancora caldo nel filtro della Giannina. Un disastro.
Prezzo: 2,65€ per 250g

Segafredo – 2 ½
Questa azienda del caffè è presente da anni nel mercato del consumo indoor ma la ritroviamo anche come rifornitore di caffetterie in tutta Italia. La fascia di prezzo del suo caffè a scaffale è medio-bassa, coerentemente con la sua qualità.
Al naso e al gusto sentiamo sentori di terra e un po’ di muffa, ma la cosa che più ci disturba è questa sensazione di pila Duracell in bocca. Ok che il caffè debba dare la carica della giornata, ma non prendete questa frase troppo alla lettera. Se questo è il caffè, allora meglio una Coca Cola.
Prezzo: 1,49€ per 250g

Carrefour 100% Arabica – 3 ½
Il caffè a marchio Carrefour è riconducibile a Pellini, anche se non espressamente indicato. Ma ci sentiamo di poterlo confermare dopo l’assaggio: agghiacciante. In confezione viene definito “puro e prezioso”, ci ricorda una di quelle frasi delle versioni di latino del liceo. Ma andiamo al gusto: avete presente le diete degli anni ’90 in cui vi facevano bere l’acqua di cottura della cicoria come sostitutivo del pasto? Ecco, questo caffè sembra proprio quella roba lì, un estratto di verdura, anche un po’ bruciata. L’esperto segnala delle note amare e vegetali piuttosto forti e un evidente difetto di tostatura. Ha senso farsi svegliare in modo così sgraziato al mattino? No.
Prezzo: 2,79€ per 250g

Kimbo Gusto napoletano – 4 ½
La città di Napoli si rivolterà per questo voto senza nemmeno il bisogno che ci sia Masaniello a guidarli. Kimbo è il caffè di tutti i napoletani, fedeli a questo brand nato proprio sotto lo sguardo del Vesuvio. Una pasticceria caffetteria che lentamente si è trasformata in industria del caffè, per portare lo stile della tazzina napoletana nel mondo già nel dopoguerra. Il marchio Kimbo nasce all’alba degli anni Settanta e, ancora oggi, tiene grandi quote di mercato in Campania e non solo. Fatte le premesse storiche, diciamo subito che non è un caffè che ci ha impressionati per qualità, ma che non si discosta molto dagli altri marchi. Dalla confezione vediamo che si tratta di una miscela di Arabica (30%) e Robusta (70%) e ci segnalano una tostatura media che definiscono in stile napoletano, qualsiasi cosa voglia dire. L’esperto ci dice che all’assaggio lascia un amaro scomodo e il caffè non sembra freschissimo. Avete presente quando lasciate la moka carica di caffè esausto per tre mesi e poi la riutilizzate? Ecco, il caffè ha quel gusto lì! La complessità aromatica, tuttavia, non è scarsa e si sente un po’ di dolcezza, aspetto sempre positivo. Insomma, uno di quei caffè che non importa che gusto abbia, lo compri probabilmente perché ti ricorda la casa d’infanzia, o quella di nonna. Vi basta? A noi no.
Prezzo 2,99€ per 250g

Illy Classico – 5-
Ah, Illy, il top di gamma per una generazione di signori con il carrello in mano. Questo marchio di Caffè triestino ha investito molto in qualità e ci avviciniamo con molto rispetto. Il primo a fare conservazione in latta e azoto con un prezzo a scaffale superiore a quasi tutti gli altri marchi. Caffè 100% Arabica, buon profumo all’apertura. Ma una volta che il caffè è pronto, ecco l’amara sorpresa: niente a che vedere con le linee professionali del brand. Il Coffee Specialist sente subito le note legnose di frutta secca, non molto piacevoli e l’Arabica sembra piuttosto esausta. Non c’è complessità, e qui il sogno di offrire il miglior caffè al mondo –come dicono loro – s’infrange. Purtroppo, il costo è troppo alto per giustificare un gusto così poco piacevole, e questo fa perdere decisamente punti al caffè, che per molti è la punta di diamante dei macinati da supermercato.
Prezzo: 6,90€  per 250g

Vergnano Aroma Intenso ­– 5
Una miscela di Arabica e Robusta di cui non ci è dato sapere in che proporzioni. La mancanza di informazioni sul caffè è spesso disarmante. Ma dato che nella confezione devono pur scriverci qualcosa, ci lanciano parole a caso tipo “Aroma inconfondibile”, “gusto ricco”. Sinceramente, sembra di leggere gli annunci sentimentali dei giornali di provincia. All’assaggio il coffee specialist ci menziona note dolci, molto caramello e un po’ di legno con amarezza spiccata. Nel complesso un caffè che non disturba. Ma i caffè buoni sono altra roba.
Prezzo 4,20€ per 250g

Splendid Classico – 5
È entrato nelle case delle nostre mamme principalmente per un motivo: la raccolta punti che smollava set da colazione, porta caffè di ceramiche a fiorellini e altre chicche che tiravano quanto i libri Harmony osé durante le vacanze estive. Oggi caffè Splendid sembra un po’ anonimo perché grande assente dagli spazi pubblicitari, ma continua a non mancare dagli scaffali, nemmeno quelli dei piccoli market. Il pack è fatto con un minore uso di plastica rispetto ad altri marchi: il poliaccoppiato è più leggero e ha un secondo strato di carta, buon modo per impattare meno sull’ambiente. Il tutto senza urlarci sostenibilità a tutti i costi. Splendid non comunica, fa caffè e basta. Il marchio, nato a Torino, oggi è proprietà del Gruppo Jacobs Douwe Egberts, secondo gruppo al mondo nella commercializzazione del caffè. Non ci è dato sapere di quali specie è composto questo macinato, ma probabilmente si tratta di una miscela di Arabica e Robusta. Al gusto notiamo una Robusta di buona fattura. E questo ci conferma che è sempre meglio una Robusta con pochi difetti rispetto a un’Arabica ammuffita o bruciata. Il nostro esperto ci segnala che non ci sono grossi difetti emergenti all’assaggio, ma anche qui non vi è traccia di acidità. Avevamo basse aspettative su Splendid che invece arriva alla fine dell’assaggio senza farci pentire della scelta.
Prezzo: 2,40€ per 250g

Chicco d’Oro – 6-
Ci spostiamo subito fuori dal confine con questa torrefazione Svizzera, nata a metà del Novecento. Lo scegliamo perché incontriamo la confezione 100% Arabica in diversi supermercati, e l’idea di una torrefazione straniera ci intriga. Il pack è piuttosto vintage e non particolarmente invitante. All’apertura sentiamo note di cioccolato al latte, ma niente di pazzesco. Lo prepariamo e, portando la tazzina al naso, si sente qualche nota speziata e guscio di noce. Al gusto però è sfuggente, si sentono l’amaro e l’acido e ha tutte le sembianze di un caffè stanco, rimasto a scaffale troppo a lungo. Il parere complessivo del Coffee Specialist è “un caffè come la Svizzera, neutrale”.  Sembra abbia del potenziale, ma si perde una volta confezionato e bloccato lì per troppo tempo.
Prezzo: 3,20€ per 250g

Viaggiator Goloso 100% Arabica – 6 ½
Dietro questo pack del Viaggiator Goloso – la linea premium dei supermercati Unes – c’è Vergnano, uno dei marchi sempre presenti a scaffale. Dei due Vergano provati, questo spicca per una maggiore complessità di aromi, probabilmente dovuta alla maggiore freschezza del caffè. In generale un gusto più fresco e aromi più complessi. Iniziamo a ragionare, ma non montiamoci la testa.
Prezzo 2.69€ per 250g

Alce Nero – 7
Un caffè Biologico e Fairtrade che già ci dice molto sulla sua filiera. Alce Nero è piuttosto dettagliata nel racconto in etichetta, indicandoci che i chicchi provengono dall’America Latina – tra Perù e Nicaragua – e che le piantagioni sono coltivate tra i 1250 e i 1800 metri di altitudine. Questo dice molto circa il tipo di caffè che andremo a bere, e siamo già contenti di ricevere così tante informazioni, a differenza di tutti gli altri provati fin qui. All’apertura della confezione notiamo la grana piuttosto grossa della macina, ma questa può essere una scelta. Una volta in tazza emergono le note di vaniglia, e l’acidità – nota assolutamente positiva – è presente ma senza disturbare il palato di chi non è abituato. Il retrogusto è corto, sparisce presto. Unica nota non positiva, la leggera astringenza  e nota di ossidazione, ovvero di tostatura/macinatura troppo poco recenti. Siamo contenti, finalmente un caffè che potrebbe non rovinarci la giornata.
Prezzo: 4,79€ per 250g

¡Tierra! Lavazza – 8
Torniamo in casa Lavazza, questa volta con una delle sue linee più recenti, che vedono l’utilizzo di caffè Bio di filiera. Il progetto ¡Tierra! vede impegnata Fondazione Lavazza nella tutela del pianeta o delle persone. In particolare, noi abbiamo scelto ¡Tierra! For Amazonia dove si esalta il valore delle foreste per il pianeta e in cui si sottolinea l’impegno di Lavazza nella salvaguardia e nella tutela della foresta Amazzonica attraverso la costante riforestazione del territorio. Il nostro caffè è un 100% Arabica del Perù, raccolto a mano. All’apertura del pack – di quelli con le valvole salva freschezza e non sottovuoto –, ci accolgono note di cacao e nocciola. Una volta in tazza, il caffè al gusto sprigiona il suo lato dolce, con note mielose e assenza di astringenza. Tutti connotati positivi. È una bevanda davvero piacevole, che fa capire che un caffè amaro è bevibile per chiunque, purché sia buono. Senza ombra di dubbio, diventa il nostro preferito nello scaffale del supermercato, anche per il prezzo/Kg che, seppur più elevato della media, non è tra i più cari. Unica considerazione: è l’unico venduto in confezioni con peso inferiore ai 250g. Mettete da parte quelle maledette capsule e riaccendete la fiamma dell’amore con la moka. Ma fatelo con un caffè buono almeno quanto questo.
Prezzo: 3,19€ per 180g

Ora avete le info per un ottimo caffè a casa, ma se volete provarne uno fatto a regola d’arte, il nostro Coffee Specialist prepara le colazioni del weekend da Le Polveri, il super panificio di via Ausonio 7, a Milano. Andate lì a chiedere approfondimenti sul caffè. (by LINKIESTA)

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