CataniaCronaca

Una mazzetta di 2000 euro: cardiochirurgo confessa

Quando si è trovato davanti alla gip Carla Aurora Valenti e al pm Fabio Regolo ha ammesso tutto. Carmelo Mignosa, il brillante primario della Cardiochirurgia del Policlinico di Catania, ha parlato dei 2.000 euro che martedì gli ha consegnato l’imprenditore Valerio Fabiano, ma anche degli altri soldi – 21mila e 400 euro – trovati dai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria a casa sua. Sei buste, che il giudice meticolosamente descrive nel provvedimento che mette ai domiciliari i due indagati. «Nella prima, cento banconote da 50 euro cadauna per un importo complessivo di 5.000 euro all’interno di una busta gialla conservata nella tasca di una giacca a vento con adesivi “Soccorso piste sci”, rinvenuta all’interno di un armadio della camera da letto». Anche le altre buste erano dentro la giacca a vento. Ulteriori tangenti da 5.000 euro, una da 1.100, un’altra da trecento. Scrive la Guardia di finanza in un comunicato: «Si tratta di somme ritenute utilità connesse a precedenti dazioni per i medesimi scopi illeciti». Probabilmente, soldi pagati da altri imprenditori, su questo aspetto vige il massimo riserbo al palazzo di giustizia.

Per certo, la procura diretta da Carmelo Zuccaro contesta adesso a Mignosa i reati di corruzione e turbativa d’asta. Con il cardiochirurgo è stato arrestato anche l’imprenditore Valerio Fabiano, legale rappresentante della “Aretà” con sede a Trecastagni, che puntava all’aggiudicazione di una maxi gara per la fornitura di materiale specialistico di cardiochirurgia: 122 lotti, per un importo complessivo di circa 17 milioni di euro. La telecamera piazzata nell’ufficio di Mignosa, che era il presidente della commissione tecnica dell’appalto, ha svelato le visite dell’imprenditore al Policlinico. «Trasi m’baruzzu», gli diceva il primario. Entra compare. E l’imprenditore gli chiedeva di proteggerlo dai concorrenti.

Ha confessato pure Fabiano: «Volevo ingraziarmelo per incrementare le forniture al reparto», ha detto. Puntava a tanti altri appalti.
Il giudice ha convalidato l’arresto e ha emesso un’ordinanza di misura cautelare. «C’è il pericolo concreto e attuale di reiterazione di delitti della stessa specie per cui si procede», ha scritto. Mignosa è stato già sospeso dall’Università. E l’inchiesta della Guardia di finanza prosegue, a caccia di altre mazzette nella sanità. Mignosa tornerà presto davanti ai magistrati. «La consegna di denaro avvenuta martedì non era stata preventivamente organizzata», ha detto ancora al gip, come ad alleggerire la sua posizione. E ha parlato pure di una cena che gli sarebbe stata offerta da Fabiano: «Abbiamo parlato dei capitolati, ma mai abbiamo parlato di consegne di somme di denaro in relazione a ordinativi futuri». In un altro interrogatorio, il primario ha poi ammesso che Fabiano gli aveva fornito le schede tecniche dei suoi prodotti. L’appalto stava per essere aggiustato.

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