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Accessi a mare: off limits la zona dello scoglio di Manfria

Gela – Quella che vedete in copertina non è una foto di Beirut dopo la guerra. Quella è Gela. Si tratta di uno degli accessi a mare di una delle zone più gettonate degli anni ’90 e 2000: lo scoglio. Un suggestivo paesaggio mèta di tanti turisti e frequentato dalle famiglie più in vista di Gela. Oggi la spiaggia è stata erosa dal mare e gli accessi abbandonati sono quelli che si vedono. Anche una donna che usa gli zoccoli alti avrebbe difficoltà ad arrivare in spiaggia, figuriamoci gli anziani e le mamme con i passeggini. Impossibile per i disabili. Chi paga i danni? Il Comune naturalmente, con i soldi dei cittadini, mentre le giunte guadagnano e non rispondono sul piano economico. Per risolvere il problema il Comune si è affrettato a sottolineare che in quel punto vige  il divieto di balneazione diramato dalla Capitaneria di porto. Inoltre ha sottolineato che il cancello apposto per limitare gli ingressi, che risale agli anni ’80, è abusivo: si immagini l’ira dei villeggianti. Ecco i tratti di mare non balneabili

Ecco i tratti di mare balneabili e non

“Il comune è inadempiente – ci spiega il legale rappresentante dell’Associazione H, Paolo Capici –  in tutti i luoghi pubblici ha l’obbligo di permettere l’accesso ai disabili,  tanto nei lidi in quanto eroga  le concessioni che negli spazi pubblici.  Una signora oggi mi ha riferito che il figlio  disabile voleva andare al mare ma non ha potuto perché vicino alla loro villetta c’è una duna. Quindi ha chiamato il Comune attraverso persone che si erano interessate :la squadra di tecnici del comune  gli ha detto che dato che la signora ha manifestato il desiderio legittimo di andare a mare in un sito protetto, la duna non si può abbattere perché patrimonio protetto. “Se lei cambia, spiaggia ogni anno  noi non venire  a fare questo lavoro e per lei”. Questa la dice tutta sulle persone che abbiamo al Comune. Tempo fa ho parlato con un dirigente: mi ha  detto che il comune si sarebbe impegnato a realizzare gli accessi per i disabili. Mi ha chiesto un parere e io gli ho detto il computo degli spazi è di almeno 20-30 metri massimo della battigia perché se è di 100 metri un disabile in carrozzina non ce la può fare ad arrivare in spiaggia. Non è stato fatto niente: si discute si parla si parla. E’ una questione di civiltà, di sensibilità civile perché al 90% dei funzionari dei politici non gliene frega niente della disabilità. Il comune sentore è: voi ce l’avete il problema e voi ve lo tenete tutto qua. Queste cose non si discutono nemmeno, si fanno. Ne parliamo con questa giunta da un anno, ma non è accaduto nulla e si va avanti ancora a discutere su diritti acquisiti che non vengono riconosciuti

Abbiamo ottenuto solo una piccola vittoria: d’ora in poi tutte le delibere che adotteranno i comuni del distretto di Gela, Butera, Niscemi e Mazzarino, dovranno essere sottoposte al vaglio della commissione del Distretto grazie al direttore Rocco Buttiglieri. Questo è una commissione prevista dalla legge regionale numero 68 e quindi noi disabili dovremmo dare il nostro parere che diventano obbligatori, ma non vincolanti, ma che comunque noi cercheremo sempre di essere presenti e operativi perché non c’è più la legge che limita i bilanci ,ci sono le leggi che dicono che i servizi dei disabili non hanno limiti di bilanci che mi tutti i servizi previsti.

Abbiamo fatto degli esposti alla magistratura e attendiamo delle risposte: dal 1986, quindi quasi 35 anni fa esiste il piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche che obbliga i comuni ad adottare ogni anno delle iniziative atte a superare tutte le barriere esistenti nei comuni, tanto nei luoghi pubblici o aperti al pubblico: speriamo nella giustizia affinchè operi in città. Siamo figli di un Dio minore. Come diceva il film, ma se qualche magistrato fa un’ indagine approfondita delle pietre da tutti i sindaci che dal 1986 ad oggi hanno governato. Dove sono andate a finire quei soldi che per legge le amministrazioni avrebbero dovuto mettere da parte per eliminare le barriere ? La Corte dei Conti lo sa, i sindaci pure ma  siccome siamo nel profondo sud, siamo a Gela, tutto cade nel dimenticatoio. Speriamo nelle forze superiori, visto che non  possiamo sperare negli uomini che fanno piangere sempre e il povero cittadino, quello che non ha mezzi, quello che non viene considerato; la solita storia all’italiana. Noi abbiamo fatto la nostra parte importante:  ricordare ancora una volta alla magistratura esiste una legge che nessuno ha mai applicato perché se dal 1986 si fossero accantonati i fondi previsti dalla legge, oggi ci sarebbero le fermate dei mezzi pubblici, quindi cittadini potrebbero prendere il servizio pubblici, i cittadini non avrebbero problemi per salire all’ ufficio anagrafe del Comune di Gela, in maniera agevole. Ma mi ripeto:  non c’è sensibilità e senza quella non si va da nessuna parte.

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