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Scandalo per due consiglieri comunali, Scerra e Bennici. Indagini su possibile favoreggiamento. Scattano le manette anche per un parroco.

E come ciliegina sulla torta il comunicato del sindaco che ha già dato la sua sentenza. Il comunicato

Alle 11:30 di questa mattina si è tenuta la conferenza stampa condotta dal procuratore Asaro che, dopo ben due anni di indagine, ha finalmente messo in luce le motivazioni dell’odierno arresto del parroco don Giovanni Tandurella (responsabile della casa di cura Antonietta Aldisio di Gela) e della disposizione di divieto dell’esercizio per un anno presso uffici direttivi in imprese o società, con obbligo di presentazione presso la Polizia Giudiziaria, per altri tre soggetti.

Coinvolti anche i due consiglieri comunali Bennici e Scerra.

 

Don Giovanni Tandurella avrebbe ricevuto aiuti, denaro e utilità di vario genere dai rappresentanti della società La Fenice con cui stringeva degli accordi privati.

Le indagini, da quanto sarebbe emerso, avrebbero infatti preso avvio in seguito alla presentazione di 15 o più denunce da parte dei familiari degli ospiti della casa di riposo di cui il responsabile era proprio il sacerdote. 

Le denunce risalgono a Gennaio 2020, quando le famiglie avevano contestato le irregolarità nella gestione della struttura.

Don Tandurella è, infatti, accusato di appropriazione indebita aggravata di somme di denaro e donazioni ricevute da ospiti all’interno della casa di riposo.

Il parroco avrebbe approfittato della sua figura di ministro di culto, nonché dell’anziana età degli ospiti della casa di cura per ricevere grosse somme di denaro, senza il timore di essere denunciato grazie alle circostanze degli stessi, anziani ed soggetti a solitudine. 

Grazie al ricavato sarebbe stato addirittura comprato un appartamento. 

“Noi abbiamo il dovere di comunicare tali fatti, soprattutto perché avvenuti in una struttura come l’Ipab, conosciutissima dalla società, e dunque di interesse pubblico”. 

Procuratore Asaro

Le indagini sono state svolte dal reparto territoriale dei carabinieri di Gela che ha operato in un settore particolarmente complesso, da anni invaso da corruzione e reati oscuri, ora in luce grazie alle denunce e alle indagini preliminari ancora in corso.

Il consigliere Scerra potrebbe essere accusato di favoreggiamento per aver aiutato il sacerdote Tandurella Giovanni ad eludere le investigazioni, ma attualmente, come ci fa sapere il comandante provinciale dell’arma dei carabinieri del distretto nisseno, le indagini avranno ancora molto da approfondire circa il ruolo di entrambi i consiglieri comunali che fino a questo momento hanno deciso di tacere e non esporsi ulteriormente.

 

Di seguito il commento del sindaco Lucio Greco sui fatti accaduti stamani:

Ho voluto attendere che ulteriori dettagli emergessero dalla conferenza stampa in Procura, prima di esprimermi sulla grave vicenda dell’IPAB Aldisio.
Una vicenda che non fa bene all’immagine della città, ma che è importante perché lancia un messaggio ben preciso: lo Stato c’è e la legge fa il suo corso. Nessuno può pensare di agire illecitamente e non essere scoperto.

Naturalmente, non è affatto il momento delle sentenze, ma voglio comunque esprimere la mia vicinanza alla Procura e agli organi inquirenti per il lavoro certosino condotto in questi due anni, oltre che, ovviamente, alla magistratura. Quello che si sta scardinando sembra essere un sistema fraudolento e corrotto, ed è giusto che vengano fuori fatti e nomi.

I Carabinieri, questa mattina, sono arrivati anche a Palazzo di Città ed è stata l’occasione per dare e garantire la massima collaborazione per il presente e il futuro dell’indagine. In tutto questo, credo che un doveroso ringraziamento vada anche alle vittime che non si sono lasciate intimidire, non si sono voltate dall’altra parte, non hanno subito passivamente, ma hanno denunciato con determinazione e coraggio. Quello che tutti dobbiamo imparare a fare, se vogliamo consegnare ai nostri figli e ai nostri nipoti una città libera da clientelismo e malaffare.”

 

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