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Reddito di cittadinanza, cambia tutto: serve il green pass di base. Ecco come funziona

Stop al reddito di cittadinanza senza green pass. L’obbligo di certificato verde base per i beneficiari del sostegno economico è frutto di un combinato disposto, ovvero gli effetti di due norme distinte che applicate insieme determinano un risultato.

In sostanza, la legge di Bilancio ha introdotto una serie di modifiche al sussidio, tra le quali la decadenza del beneficio nel caso in cui non si frequentino i centri per l’impiego. Al tempo stesso, il decreto legge del 7 gennaio ha introdotto l’obbligo di green pass base per l’accesso agli uffici pubblici a partire dal primo febbraio. Risultato? I beneficiari del reddito di cittadinanza senza certificato «light» non potranno accedere ai centri per l’impiego per colloqui e percorsi formativi. E di conseguenza perderanno l’assegno.

Stop al reddito di cittadinanza senza green pass

Il green pass base diventa fondamentale per ottenere il reddito di cittadinanza. Come riporta il Messaggero, alla luce del numero dei vaccinati in Italia si ipotizza che al momento i percettori di reddito di cittadinanza sprovvisti di super green pass (ovvero non vaccinati o guariti da Covid-19) siano meno del 10%.

Sono dunque 100mila i beneficiari del sostegno che da febbraio dovranno ricorrere al tampone per ottenere almeno il green pass base e non rinunciare all’assegno. Nel testo della legge di Bilancio, a proposito del reddito di cittadinanza si legge che «la ricerca attiva del lavoro è verificata presso il centro per l’impiego in presenza con frequenza almeno mensile e in caso di mancata presentazione senza comprovato giustificato motivo si applica la decadenza dal beneficio».

Il decreto legge del 7 gennaio introduce invece l’obbligo di green pass base, a partire dal primo febbraio, per gli utenti che intendano accedere agli uffici pubblici. Per ottenere il certificato «light» occorre il referto negativo di un tampone antigenico o molecolare.

I controlli nei centri per l’impiego

Le verifiche dei green pass preoccuperebbero i centri per l’impiego. Gestire infatti un milione di ingressi non sarà facile. Una parte degli operatori dovrà dedicarsi ai controlli e il servizio rischia di risentirne.

Il reddito di cittadinanza – che a marzo compirà due anni – riguarda circa 1,3 milioni di nuclei familiari. Ovvero tre milioni di persone, di cui un terzo è ritenuto occupabile e quindi soggetto all’obbligo di frequentare, da quest’anno, in presenza i centri per l’impiego.

Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal), il 30 settembre scorso erano circa 1,1 milioni i beneficiari del sostegno ritenuti attivabili. Ma di questi solo in 420mila risultavano in quella data effettivamente presi in carico e in cerca di un’occupazione.

Il reddito di cittadinanza ha aiutato migliaia di famiglie in difficoltà economiche a causa del virus. Al momento la misura costa circa 700 milioni di euro al mese mentre prima della pandemia l’asticella non superava i 550 milioni di euro.

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