Archeologia e storia del territorio geleseCronacaGela

Mostra su Ulisse: scarsa promozione, ritardi ed un catalogo discutibile.

La Regione Siciliana ha creato una pagina specifica dedicata alla mostra su Ulisse che verrà a breve inaugurata a Gela.

Nella pagina si annuncia ufficialmente che la mostra “Ulisse in Sicilia. I luoghi del mito”, verrà inaugurata il prossimo 22 luglio, meglio tardi che mai. Con enorme sorpresa, dopo una data di inaugurazione, fissata, più volte annunciata e puntualmente, dopo innumerevoli cambiamenti e ripensamenti, rettificata, scopriamo che la mostra ha pure un nome, questo la dice lunga sulla mancanza di promozione della mostra, ad oggi solo per pochi intimi, genericamente conosciuta come “Mostra su Ulisse”  o “Il ritorno di Ulisse”.

L’inaugurazione sarà preceduta da una conferenza di presentazione il 18 luglio, Bosco Littorio a Gela, tanto per non farci mancare nulla in termini di confusione, la stessa era stata annunciata in un primo tempo a Catania, qualcuno avrà pensato che dopo aver perso l’anteprima dell’esposizione del relitto della nave greca rinvenuta a Bulala, o di parte di essa, esposta per la prima volta a Forlì in occasione della mostra “Ulisse l’arte e il mito ” nel 2020, Gela poteva fare a meno pure della presentazione dell’evento. Una pagina aperta ad una settimana dall’apertura della mostra difficilmente potrà sopperire al vuoto di campagna promozionale che riguarda l’evento, la mostra apre i battenti da perfetta sconosciuta, a parte l’ambito strettamente locale.

La pagina in questione, nelle prime ore di vita, dava pure la possibilità di visionare e scaricare il catalogo delle opere che verranno esposte nella struttura di Bosco Littorio, anche in questo caso sembra esserci stato un ripensamento da parte degli organizzatori, il catalogo non è più disponibile. Sono pochi i fortunati quindi ad avere avuto accesso in anteprima a questi contenuti, tra questi noi come giornale.

L’organizzazione dell’evento, per le ragioni sopracitate e trattate in altri articoli, è apparsa più che approssimativa, resta ora da valutare, sempre nei limiti delle nostre competenze il reale contenuto della mostra evitando il più possibile di entrare nel merito delle scelte degli organizzatori in materia di temi scelti e reperti selezionati di conseguenza.

Anche il più profano degli appassionati, in possesso di una conoscenza basilare dell’archeologia gelese o siciliana in genere, dopo la visualizzazione delle informazioni fornite attraverso questo catalogo, non può fare a meno di porsi delle domande più che legittime, riguardo ai contenuti della mostra esposti nello stesso.

Trattandosi di una mostra su Ulisse, è inspiegabile l’assenza di un reperto conservato nel museo di Gela, così come è altrettanto incomprensibile la sua assenza durante tutti questi anni, vista la rarità del tema rappresentato, nel percorso espositivo del nostro museo.

Si tratta di un reperto scoperto a Gela nel 1991 durante uno scavo archeologico nella parte nord della città, nelle vicinanze dell’ex Scalo ferroviario (?) , condotto dalla Dottoressa Graziella Fiorentini. Il reperto preso in esame è una kotyle corinzia

kotyle corinzia

assegnabile al primo quarto del VI secolo a.C. Il reperto seppur lacunoso in alcune parti, fortunatamente conserva la parte in cui è rappresentata una scena riconducibile al cavallo di Troia. Non si tratta di un reperto integro come detto o di elevatissima esecuzione artistica, ma per il motivo trattato nella rappresentazione figurata è di estrema rarità, soprattutto nel panorama delle opere di età greco-arcaica pervenuteci fino ad oggi. Concediamo agli organizzatori della mostra vari benefici, iniziando dalla probabile assenza nel catalogo di diversi reperti che compongono la mostra, manca addirittura la protagonista assoluta, cioè una parte consistente del relitto di Bulala. Considerando, che pur essendo assente nel catalogo, la parte della nave esposta a Forlì, sia presente nella mostra, il particolare genera sempre apprensione, vista l’organizzazione totale del tutto, vogliamo credere che pure questo piccolo reperto gelese sarà esposto pur se non inserito nel catalogo, cosa che rimane ugualmente grave. Il reperto oltre ad essere più che attinente, merita totalmente la dignità di essere inserito in un catalogo di una mostra che al momento e nelle parole, ha la pretesa di raccontare attraverso i reperti, il mito di Ulisse.

Sarebbe davvero grave se un reperto del genere, oltre ad essere assente in catalogo non fosse stato inserito nel percorso espositivo della mostra. Diamo pure il beneficio della pubblicazione parziale del catalogo, in rete, ma pare proprio sia completo, auguriamoci di vedere questo reperto in mostra, è già gravissima l’assenza in catalogo, figuriamoci se non pensato come reperto pienamente compatibile con una mostra su Ulisse , a prova di ciò tutta la serie di reperti presentati che rappresentano il ciclo troiano.
Uno degli aspetti più sconcertanti che riguardano il nostro reperto è quello che nonostante la rarità della sua rappresentazione e il fatto che sia stato ampiamente studiato e pubblicato (Caterina Ingoglia – “Il cavallo di Troia su una kotyle corinzia da Gela e nell’Ilioupersis di Arctino” in – Quaderni urbinati di cultura classica – 2000), il reperto non è mai stato esposto nel nostro museo, cosa che rappresenta una grave mancanza verso il mondo della cultura in genere oltre alla preclusione di conoscenza del proprio patrimonio storico a tutta la collettività.
Un frammento di matrice di V secolo a.C rinvenuto recentemente nell’area di Gibil- Gabib ( Caltanissetta), è stato immediatamente catalogato, inventariato e sarà esposto al museo di Caltanissetta, con tanto di annuncio da parte della soprintendenza e della direzione del parco archeologico di Gela.
Perché questa differenza di trattamento che si protrae da lustri ormai?
Perché a Gela nessuno , soprattutto negli enti preposti, sente l’esigenza di rendere giustizia a questo territorio, rendendo fruibile il patrimonio storico della città in loco ?
Le incongruenze legate al catalogo, collegabili con le storture culturali e le ingiustizie, non si limitano solo a questo reperto, cerchiamo di vedere quali altre sorprese la mostra ci riserva

Come detto la metà o quasi, dei reperti che compongono la mostra, provengono da Gela e sono custoditi nel locale museo, con un’unica eccezione: una lekythos attica

lekythos attica
a figure rosse, rinvenuta in via Genova nel 2018, nelle disponibilità della soprintendenza di Caltanissetta. Il reperto, integro e di eccezionale qualità artistica, fortunatamente sfuggito ai saccheggiatori che hanno operato in passato nell’area della necropoli di Capo Soprano, per la prima volta verrà esposto in città. Viene da chiedersi come questo reperto, insieme a quello precedentemente trattato e tanti altri nelle disponibilità della soprintendenza, non sia stato fruibile già da prima nel nostro museo archeologico, almeno fino alla sua temporanea, ma che si sta rivelando prolungata, chiusura .
Nella mostra sono presenti reperti importantissimi che la soprintendenza del mare, dopo un breve periodo di studio e restauro, a consegnato alla pubblica fruizione attraverso il museo archeologico di Gela.
Cosa abbia impedito, da oltre vent’anni, alla soprintendenza di Caltanissetta di contestualizzazione reperti rinvenuti a Gela nel nostro museo, resta un mistero e tale è pure la ragione che ha spinto lo stesso ente in passato a trasferire “temporaneamenteuna mole impressionante di reperti storicizzati , inventariati e spesso esposti , dal museo di Gela a quello di Caltanissetta, reperti che in parte e senza una ragione plausibile, si sono trasformati , da reperti trasferiti temporaneamente a reperti inseriti nelle vetrine del museo nisseno.

Questo è un’argomento scottante alla cui risoluzione si sono dedicati solo comuni cittadini gelesi, sindaco e amministratori locali, vergognosamente, non hanno speso una parola, lasciando sola la cittadinanza attiva in questa querelle che viene portata avanti negli interessi della collettività locale, malamente rappresentata dagli stessi amministratori con sindaco in testa limitandoci solo a questa singola circostanza, e del patrimonio culturale della città .

Dalla lettura del catalogo si possono trarre almeno altri due spunti di discussione: qualità e comprensione di informazione e dati scientifici forniti su alcuni reperti e il caso particolare di un cratere attico a figure rosse proveniente dalla necropoli di Vassallaggi. Nelle schede di presentazione dei reperti, alcune riportano sui materiali trattati la voce “inedito”, mai pubblicato, e subito dopo si indicano la bibliografia che in teoria riguarda i reperti descritti nella scheda di presentazione.
Una contraddizione totale accompagnare bibliografia ad un reperto riportato come inedito, è il caso dei due elmi in bronzo rinvenuti a Bulala nel 2017 , insieme a parte dei lingotti in oricalco. Nella scheda del catalogo firmata con le sole iniziali dell’autore, (G.C.) alla voce “inediti” si accompagna una nota bibliografica del 2003 che riguarda reperti di Camarina (?). Cosa avrà pensato l’autore? Ha tratto spunto da queste vecchie pubblicazioni per compilare la scheda? In questo caso la nota bibliografica riportata non c’entra nulla con la produzione scientifica che riguarda specificamente i reperti trattati, da aggiungere che dal momento che i reperti sono stati in mostra a Forlì, può esserci la possibilità che siano stati inseriti nel catalogo di quella mostra, quindi già pubblicati, ma non avendo informazioni in merito rimandiamo tutti ad una futura verifica. Lo stesso autore ripete la stessa cosa su una particolare forma di vaso corinzio, exaleiptron, rinvenuto insieme agli elmi , indicando bibliografia del 2013. Prima di passare a trattare il prossimo punto , va detto che gli altri reperti riportati come inediti e presenti nel catalogo, non sono accompagnati, come è naturale che sia , da nessuna bibliografia. Uno dei reperti presenti nella mostra, è un cratere attico a figure rosse proveniente da Vassallaggi. Il vaso in questione fa parte del lotto di reperti trasferiti dal museo di Gela a quello di Caltanissetta sul finire degli anni novanta. Questo reperto era esposto e conservato nel nostro museo dal lontano 1958 , presenta ancora il numero di inventario del museo di Gela (9242), su un lato dello stesso vi è rappresentata una scena , che secondo l’interpretazione di alcuni studiosi, riferibile all’ inseguimento di Achille nei confronti di Polissena. Tanto clamore, accompagnato dall’indifferenza di sindaco e amministrazione, ha suscitato di recente il tema della restituzione dei reperti trasferiti a Caltanissetta, prendiamo questo reperto come avanguardia delle future restituzioni e come fatto concreto che incarni il tema del ritorno, tanto caro all’eroe protagonista della nostra mostra, ci vorrà davvero un bel coraggio a trasferire per la seconda volta, a fine mostra, questo reperto a Caltanissetta. Come annunciato dal direttore del parco, tutto ciò che dal museo di Gela è stato trasferito a Caltanissetta dovrà fare ritorno, ecco qui la concreta possibilità di applicare quanto detto e promesso pubblicamente. Aspettiamo la conferenza, nella speranza che gli organizzatori rispondano delle cause di questi ritardi e , perché no , dei punti trattati nell’articolo, certi che le sorprese non sono ancora finite .
Mostra Altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button