CronacaPalermo

“Mi ha detto: ti faccio saltare in aria”. Dopo due anni di violenze fa arrestare il convivente

È arrivato il giorno, dopo due anni di insulti e minacce, che ha deciso di chiamare il 112. «Ho paura del mio compagno — ha sussurrato — dice che farà esplodere la bombola di casa e ha un coltello in mano». La poliziotta all’altro capo del telefono, come spiega la Repubblica, l’ha rassicurata, confortata. «I miei colleghi stanno arrivando». E così è stato. La giovane donna è scoppiata in lacrime quando i poliziotti hanno fatto irruzione in casa. E ha iniziato il suo lungo racconto, che ieri ha portato l’ormai ex compagno, un 29enne, agli arresti domiciliari con accuse pesanti: maltrattamenti, lesioni personali e porto abusivo di armi da taglio. Gli è stato applicato anche il braccialetto elettronico, per evitare che possa avvicinarsi alla donna che ha avuto il coraggio e la forza di denunciarlo.

«Ma non è facile allontanarmi da lui», ha detto in lacrime la giovane agli agenti. «Per tanto tempo non mi rendevo neanche conto delle violenze che subivo. Mi umiliava di continuo dicendomi parole terribili». Dopo le parole, sono cominciate le violenze fisiche. «Provavo a reagire, e lui era ancora più violento — racconta la vittima. — E alla fine ho avuto paura, ho chiamato la polizia».

È accaduto nel centro di Palermo, una coppia come tante, una vita in apparenza normale. Ma in casa si consumavano abusi senza fine contro questa donna che gli agenti hanno trovato piena di lividi. Dice la procuratrice aggiunta Laura Vaccaro, la coordinatrice del pool che indaga sulla violenza di genere: «È significativo che sempre più donne si rivolgano a noi. Sanno che possono contare sulla sensibilità delle forze dell’ordine e della magistratura. E, soprattutto, su personale altamente specializzato che si è formato dopo l’introduzione del codice rosso». Questa estate c’è stato un boom di segnalazioni e di aggressioni nei luoghi della movida: «Come prevede la legge siamo intervenuti tempestivamente», dice la magistrata. L’ultima donna che ha denunciato ha ringraziato i poliziotti che l’hanno soccorsa quella sera. E gli agenti non hanno smesso di sostenerla: il giorno che è andata via da casa, c’erano loro a vigilare. E quando la giovane è entrata in crisi, si è rivolta nuovamente ai “suoi” poliziotti. Quel giorno, voleva ritrattare la denuncia. Accade spesso in questi casi. «Mi ha promesso che cambierà, che non accadrà più», dicono le vittime. Ma sono false promesse. L’ultima donna che ha denunciato l’ha compreso. E, alla fine, ha ribadito il suo esposto. Anche ampliando il racconto. Perché, poco a poco, la paura si dirada sempre più e la consapevolezza delle violenze si consolida.

«Non mi rendevo neanche conto degli abusi che subivo», ripete ora lei, mentre cerca di rifarsi una vita normale, lontano da quell’uomo che la ossessionava con la sua gelosia, le manie. I verbali che ha affidato alla polizia sono un racconto impietoso di solitudine e rabbia. «Non vedevo vie d’uscita». Fino a quella drammatica sera. La bombola del gas e il coltello, le urla, le botte. «In un attimo l’inferno, in cui ho rivisto i due anni con lui». E il telefonino è diventata l’unica via d’uscita, le parole sussurrate al 112 sono state in realtà un urlo.

Oggi, porta ancora sul collo il segno delle ferite. L’ultima volta, l’ex compagno le ha strappato delle collanine. E l’ha riempita di calci e botte. «Non mi voleva fare uscire da casa». La procuratrice aggiunta Laura Vaccaro ribadisce l’appello alle donne di Palermo: «Denunciate, vi aiuteremo».

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