CronacaGela

L’Eco di Gela. Una stampa dell’800 che ci ricorda come tutto cominciò.

L'invenzione del Geoporioscopio.

L’invenzione della stampa fu una delle innovazioni più significative  di sempre, Gutenberg la ideò per la prima volta nel 1450, quando stampò il primo libro della storia, ovvero una Bibbia.

Da allora sono passati tantissimi anni, e gli strumenti a nostra disposizione sono certamente cambiati, anzi, direi proprio rivoluzionati.

Ogni giorno, grazie ai nuovi strumenti tecnologici (PC, tablet, smartphone ecc.) è possibile ricevere notizie di ogni genere, anche in tempo reale. E non dobbiamo dare per scontato il fatto che, a nostra volta, anche noi possiamo usufruire del web per ottenere innumerevoli informazioni in un tempo relativamente brevissimo.

Ma ci siamo mai chiesti in che modo tutto è cominciato? E soprattutto, la storia dell’informazione gelese, qual è?

La pagina di giornale che vi mostriamo in questo articolo risale al 14 marzo del 1880 (142 anni fa), e ciò la dice lunga sulla nostra città che già all’epoca  era conosciuta con il nome di Gela.

L’Eco di Gela è uno dei primissimi periodici gelesi, di carattere scientifico-letterario che in quel periodo costava solo 10 centesimi, pensate un po’.

Anche la sua stampa iniziale ha fatto la storia; difatti, il periodico venne stampato dalla prima tipografia storica gelese, ovvero quella di Girolamo Scrodato.

Delle massime più belle di cui il giornale si abbelliva, ne abbiamo scelte due.

Leggetele e ricordate che più indietro si va con la storia, più avanti si va con la mente.

“Knowledge Is Power” Bacon

“Abbasso il privilegio e il protezionismo”

I collaboratori furono molti nostri concittadini, e potremmo citare cognomi come Ventura, Di Bartolo, Di Bona, Solito e tanti altri.

Per altro, una curiosità che emerge da questo primo articolo (in foto), è proprio quella di un’invenzione dal nome particolarissimo: il geoporioscopio.

Uno strumento scientifico all’avanguardia per l’epoca, di invenzione  del professore Sebastiano Consiglio, che permetteva di studiare la terra e la geografia astronomica.

Secondo una citazione riportata nel libro Appunti su Terranova di Sicilia (Volume II) del professore Nuccio Mulé leggiamo:

<< (…) Geoporioscopio, significa: si vede il viaggio della terra. Esso è di grande utilità alla pratica nello studio della geografia astronomica, e possono giovarsene tanto gli alunni come gli insegnanti, e chiunque ha in pregio la cultura della scienza >>

Con tale apparecchio era possibile, dunque, studiare gli equinozi, e i giorni solari con l’invito che tutto il mondo scientifico lodasse tale invenzione.

Ad oggi molte pagine di questo, all’epoca noto, giornale sono in mostra al museo nazionale di Firenze, e aimé, non a Gela dove, nonostante ciò, grazie a una buona lettura e qualche racconto dei miei cittadini sapienti ho potuto ricostruire qualche essenziale informazione.

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