CronacaDall'Italia

La tragedia di Rigopiano, da quel maledetto 18 gennaio una settimana con il fiato sospeso

Alle 10.25 arriva la prima scossa di terremoto, di magnitudo 5.1, con epicentro nell’Aquilano; continua a nevicare da giorni e in molte località manca la corrente.

Alle 7 la Provincia viene informata che per raggiungere l’hotel Rigopiano a Farindola – un resort con spa a 1200 metri sul Gran Sasso, versante pescarese – non bastano gli spazzaneve ma è necessaria una turbina. All’una ne viene rintracciata verso Rieti, ma sarebbero occorse ore per portarla nel Pescarese.

In quel momento al Rigopiano c’erano 40 persone: 28 ospiti, di cui 4 bambini, e 12 dipendenti, compresi il titolare Roberto Del Rosso e il rifugiato senegalese Faye Dane, che lavorava lì.

Alle 15 gli ospiti sono pronti per andare via: hanno pagato il conto, preparato i bagagli e sono nella hall. Sono preoccupati per le scosse e la forte nevicata, attendono il mezzo che spali via la neve. Ma l’arrivo dello spazzaneve, atteso per le 15, viene posticipato alle 19. Mail dall’Hotel alle autorità: “Intervenite subito, la situazione è preoccupante, gli ospiti sono terrorizzati”.

Arriva la valanga che travolge l’albergo. Alle 17.40 la drammatica telefonata di Giampiero Parete, uno dei due scampati da subito, al suo datore Quintino Marcella: “E’ caduto, è caduto l’albergo’. Marcella dà l’allarme alle centrali operative. L’uomo racconta di aver avuto difficoltà a farsi credere, in particolare dalla prefettura di Pescara che gli risponde: “Due ore fa abbiamo sentito il direttore dell’albergo, non ci sono problemi”. 

Giovedì 19 gennaio. Odissea dei soccorsi: 20 ore per arrivare al Rigopiano a causa dei due metri di neve. I primi soccorritori sono potuti arrivare solo con gli sci ai piedi, in una notte di bufera. Quello che gli si presenta davanti è uno scenario apocalittico: l’hotel è stato spazzato via, spostato e ricoperto dalla slavina. Salvati i due superstiti Fabio Salzetta e Giampiero Parete. Quest’ultimo piange in ospedale e racconta: “Ho moglie e due figli sotto alla slavina”. Si scava senza sosta e in condizioni proibitive.

Venerdì 20 gennaio. Le ricerche proseguono notte e giorno. La speranza si riaccende quando vengono individuate e salvate 8 persone, tra cui 4 bambini. Salvati la moglie di Giampiero Parete e il figlio Gianfilippo. Poi altri tre bimbi: Ludovica, la figlia di Parete, e Edoardo e Samuel, che resteranno orfani. Sono tutti in buone condizioni di salute. Le prime parole di Ludovica: “Voglio i miei biscotti”. Il piccolo Edoardo: “Lì dentro giocavamo a biliardo”.

Sabato 21 gennaio. I soccorritori continuano a scavare notte e giorno, senza sosta. Un sopravvissuto, Giampaolo Matrone di Monterotondo, racconta le ore di incubo tra la neve e le macerie, accanto alla moglie Valentina Cicioni: “Ho tenuto mia moglie per mano poi niente. Ho capito che mi stava lasciando”.

Domenica 22 gennaio. La valanga ha pesato come 4 mila tir carichi. Il bilancio provvisorio è di 11 sopravvissuti, 6 vittime accertate e 23 dispersi, tra i quali il senegalese Faye Dane. Il superstite Vincenzo Forti racconta: “E’ stata come una bomba, mi sono venuti i pilastri addosso”. 

Lunedì 23 gennaio. Dalle mappe emerge che l’hotel, che in precedenza era un rifugio del Cai, è stato costruito su detriti e resti di precedenti valanghe. Il bilancio sale a 9 vittime. Identificata Linda Salzetta, sorella del tuttofare dell’hotel. La rabbia del papà di Stefano Feniello, che in un primo momento era stato dato per sopravvissuto: “I morti sono stati uccisi”. Sono ancora 20 i dispersi. La speranza si riaccende quando vengono trovati vivi dentro all’hotel, nel locale caldaia, tre cuccioli di pastore abruzzese, figli di Nuvola e Lupo, i cani precedentemente trovati vivi a Farindola.

Martedì 24 gennaio. A Farindola i primi funerali, quelli di Alessandro e Gabriele. Prosegue l’inchiesta per disastro colposo e omicidio plurimo colposo, sentiti i primi testimoni della tragedia.

Mercoledì 25 gennaio. Il pm: ‘Dalle prime autopsie emerge che i morti sono deceduti per freddo, asfissia e traumi’. E’ polemica sui tempi impiegati per raggiungere il Rigopiano a causa del muro di due metri di neve.

Giovedì 26 gennaio. Si spegne l’ultima speranza con il ritrovamento degli ultimi 2 corpi: il bilancio ufficiale è di 29 vittime e 11 sopravvissuti. La lista ufficiale comprendeva 28 ospiti, di cui 4 bambini, e 12 dipendenti.

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