Archeologia e storia del territorio geleseCronaca

Il ritorno, in fortissimo ritardo, di Ulisse.

Sulla inaugurazione ufficiale della mostra “Il ritorno di Ulisse“, si continuano a dare solo date che ad oggi restano solo numeri buoni, visto quanto grottesca si stia rivelando l’organizzazione di questo evento, da giocare al lotto sulla ruota di Palermo.
La vicenda, in accordo con il nome della mostra, sta sta assumendo i contorni di una piccola Odissea, di un ritorno agognato e di una meta sempre più vicina e visibile, ma irraggiungibile. Da mesi si era annunciata l’apertura per il 12 giugno, ma andiamo con ordine. Ci fu l’annuncio prima dell’apertura della mostra a Forlì nel gennaio 2020 poi a febbraio 2020 l’insediamento del comitato scientificoinfine a settembre 2020 una riunione operativa.
In seguito si disse tra fine giugno e gli inizi di luglio, poi il 9 luglio ed ora è appena arrivato un comunicato del nostro Sindaco che annuncia e rassicura che la mostra verrà inaugurata il 22 di luglio , precederà l’inaugurazione una conferenza stampa di presentazione il 18 luglio.
Pezzo forte della mostra sarà l’esposizione di parte del relitto antico recuperato dai fondali di Bulala, in attesa di vedere tutte le parti del relitto esposte nel costruendo museo del mare a Bosco Littorio. Non si tratta di un’anteprima però, le parti del relitto in questione sono già state esposte a Forlì, dal 15 febbraio al 31 ottobre del 2020 presso i musei San Domenico, in occasione della mostra “Ulisse. L’arte e il mito. “.
La mostra di Forlì ottenne un’enorme successo di critica e visitatori, ben organizzata, ben promossa tempo prima che venisse inaugurata, con una conferenza da parte di Roberto Pinza, presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi, con apertura puntuale alla data prefissata, a differenza di quella gelese.
Gli organizzatori della mostra a Bosco Littorio chissà se hanno pensato, anche per un solo momento, che il mancato annuncio ufficiale di una data di apertura e la quasi e conseguente, assenza di promozione dell’evento, possano influire negativamente sulle presenze di visitatori, fattore fondamentale per una mostra e sull’eventuale ritorno economico. Una mostra, di cui non solo ad oggi non si è certi della data di inaugurazione, visto i precedenti diventa legittimo dubitare anche di questo ultimo annuncio, ma di cui si sconoscono, a parte i resti del relitto, i materiali che la andranno a comporre e conoscere, attraverso un’adeguata campagna pubblicitaria, anche i contenuti della mostra, aumenterebbe la curiosità e il desiderio di visitarla, così si fa in generale per le mostre, il nostro caso somiglia più ad un party a sorpresa.
Auguriamoci che la mostra, nonostante questi gravi errori organizzativi, riscuota successo, resta il rammarico di assistere sempre a questo tipo di spettacolo, a cui si aggiungono reazioni espresse attraverso articoli e i social, chi ha scritto di mostra composta da cinquanta reperti (sic.) e chi addirittura fa già i complimenti a tutti e inizia a contare i turisti che arriveranno. Ma la città sarà pronta dare il benvenuto a questi turisti? la città sarà pulita? i servizi saranno erogati puntualmente? Ci saranno parcheggi e trasporto pubblico idoneo per questa manifestazione? Tante domande a cui ci aspettiamo risposte, serie.
Quando si tratta di archeologia per Gela, sanità pubblica, decoro urbano e distribuzione idrica, in città, e per la città, tutto diventa complicato e senza linearità.
Le uniche decisioni, pensate e sviluppate anche in brevissimo tempo e sempre immediatamente fattibili, sono quelle prese per riempire il territorio di rifiuti, di trasferire interi reparti ospedalieri in altre sedi e reperti archeologici al museo di Caltanissetta.
Attendiamo il 22 luglio quindi , la conferenza stampa di presentazione, del 18 , dovrebbe doverosamente svolgersi solo per chiedere scusa alla collettività di tanto ritardo e di tanta approssimazione .
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