CronacaGela

Il certificato di fine isolamento deve essere pagato?

I medici si lamentano della troppa burocrazia, ma se paghi la burocrazia sparisce improvvisamente.

La pandemia ha portato a pagare certe prestazioni, alcune necessarie ed a prezzi “calmierati”, per esempio mascherine e tampone rapido o molecolare, altre altrettanto necessarie ma secondo me non a pagamento, che hanno creato un mole di lavoro per i medici di famiglia, parliamo del certificato di guarigione e fine isolamento. Vuoi il certificato di guarigione da Covid necessario per il green pass? Costa dai 20 ai 50 € euro. E’ la risposta che hanno ricevuto dai rispettivi medici di base alcuni pazienti, dopo essere risultati negativi al coronavirus, al termine della malattia anche a Gela. Resta il fatto che chi ha avuto il Covid nelle ultime settimane, oltre ai sintomi della malattia, ha dovuto sopportare anche ingenti spese economiche e la beffa di una gestione burocratica piena di ostacoli fra tamponi da registrare, certificati di inizio e fine isolamento. E soprattutto, appunto, quei certificati di guarigione necessari per ottenere il green pass. La variante Omicron ha messo in ginocchio il sistema delle Usca e sono tantissimi ormai i pazienti costretti a una sorta di fai da te, che spesso passa dai medici di base. Travolti anch’essi dalle telefonate dei pazienti positivi che a ogni ora chiedono non solo la terapia per scacciare il virus, ma pure di redigere uno dei tanti pezzi di carta previsti per muoversi in quella che è diventata una specie di giungla pandemica.

L’Ordine dei medici di Palermo

Secondo Toti Amato, presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, la richiesta di un pagamento da parte dei medici di medicina generale non è affatto un illecito.Il certificato di guarigione non è un atto esclusivo del medico, possono farlo anche altri soggetti autorizzati. Per il medico è un’incombenza burocratica in più, soprattutto in questo periodo in cui siamo sommersi dalle richieste“.

La Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu 

Tempo sottratto al lavoro medico, alla presa in cura dei pazienti. La denuncia di Francesco Esposito, segretario nazionale della Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu che sottolinea: “Gli ambulatori dei medici di famiglia sono presi d’assalto dai pazienti, così come le linee telefoniche, non solo per l’aumento dei contagi, ma anche per soddisfare le legittime richieste burocratiche di molti cittadini su quarantene, isolamenti, certificazione di guarigione, green pass, che però dovrebbero essere incombenze delle Aziende sanitarie”. “Tutto ciò – continua il segretario nazionale Fismu – in un Paese dove non esiste una piattaforma unica nazionale di condivisone dei dati, dove ogni regione ha un suo sistema di comunicazione digitale che spesso alla prima ondata di richieste va in tilt. Così come l’assistenza telefonica. E il medico di famiglia rimane intrappolato per ore tra avvisi di ‘rimanere in linea’ e siti che vanno in ‘palle’. E con le pressanti richieste dei cittadini di avere risposte alla loro difficile situazione di paziente positivo, o con contatto positivo, oppure di avere il via libera per tornare a lavorare o per uscire di casa dopo magari una lunga quarantena”. “I medici devono fare i medici – prosegue Esposito – così invece fanno i burocrati e sottraggono tempo alla loro mission, al loro vero compito: prendersi cura dei pazienti. Con la pandemia, tutto è concentrato sul Covid, ed è saltata la rete di prevenzione e cura delle patologie oncologiche diabetologiche, cardiologiche e gli unici che in questo momento si preoccupano di seguire e assistere i cronici sono i medici di famiglia, che però, appunto, vengono ‘strangolati’ dal carico burocratico”. “Il ministro Speranza intervenga, le Regioni escano dalla logica dell’emergenza, si rafforzi il territorio, le Usca, i dipartimenti di epidemiologia e tracciamento, si eliminino i compiti impropri scaricati sui medici di famiglia, che in questo momento hanno invece urgente bisogno di un supporto ulteriore: si prevedano risorse per il potenziamento degli ambulatori per integrare personale infermieristico e amministrativo.”

Come funziona nelle altre regioni?

ABRUZZO: il cittadino asintomatico potrà esibire (ad esempio per il rientro a scuola, al lavoro, in caso di mancata riattivazione del green pass o di controllo da parte delle forze dell’ordine) i referti del tampone positivo da cui si evince la data di inizio dell’isolamento e del test negativo effettuato alla fine del periodo previsto dalle norme nazionali, che varia a seconda dello stato vaccinale di ciascuno.

FRIULI VENEZIA GIULIA: avviene attraverso un semplice sms a seguito del tampone negativo, che si può fare anche in farmacia.

EMILIA ROMAGNA: basterà l’esito negativo di un test molecolare o rapido.

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