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Gran Sicilia. L’acqua è un bene primario, sull’acqua non si lucra.

C’erano tempi in cui un coro assordante di Gelesi, orgogliosamente rappresentati dai politici locali e sostenuti dalla stampa chiedeva con forza la risoluzione del contratto con la società Caltaqua, per inadempienze evidenti agli occhi degli utenti, un po’ meno a quelli dei politici, che comunque cavalcavano l’onda.
Non si parla di tempi remoti, ma di appena 8-9 mesi fa.
Poi, improvvisamente il silenzio. O meglio, nuovi rumori che, come sempre, coprono quello precedente.
Ieri un comunicato del comune di Gela, tra l’altro mal scritto, ha allertato i residenti di alcuni quartieri con “l’emissione in via precauzionale di divieto e di astenersi dagli usi alimentari dell’acqua sino a quando il parametro non rientrerà nei limiti di legge.”
Non si tratta del primo caso, ma di una lunga storia di malagestione, veleni e colpe politiche.
Siccome nessun provvedimento politico è seguito al chiacchiericcio dentro e fuori i palazzi, alle telefonate in diretta a presunti ingegneri, a comunicati e promesse, Gran Sicilia esprime il proprio dissenso aperto verso TUTTA la classe politica locale e tornerà, come già fatto in diverse sedi, a chiedere la risoluzione contrattuale con Caltaqua. Ricordiamo che il sindaco è la massima autorità sanitaria in Città, e la sicurezza sanitaria, soprattutto davanti a disfunzioni reiterate che rendono non salubre l’acqua, non si combatte con ordinanze.
A chi chiede una revisione delle bollette, o promette dimezzamenti sull’esempio del fallimento Crocetta, diciamo che le bollette sull’acqua avvelenata non solo non si dovrebbero pagare, ma richiederebbero risarcimenti agli utenti per le somme da questi sborsate per l’approvvigionamento di acqua potabile dai supermercati e per il danno, potenziale o accertato, alla salute.
A Musumeci, presidente pressoché inesistente di una Regione senza governo, chiederemo, di nuovo, di operare verso la direzione che NOI auspichiamo da sempre: L’acqua pubblica. (ARTICOLO 14 Statuto della Regione Siciliana, 1. L’Assemblea, nell’ambito della Regione e nei limiti delle leggi costituzionali dello Stato, senza pregiudizio delle riforme agrarie e industriali deliberate dalla Costituente del popolo italiano, ha la legislazione esclusiva sulle seguenti materie:…
 i) acque pubbliche, in quanto non siano oggetto di opere pubbliche d’interesse nazionale;
…)
Certi di non essere ascoltati, riprenderemo, quando sarà possibile, il dialogo coi cittadini nelle piazze, come sempre abbiamo fatto prima della recente brusca interruzione dovuta al coronavirus.
L’acqua è un bene primario, sull’acqua non si lucra. E deve essere idonea ad ogni uso possibile che riguardi la salute e la vita delle persone.
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