CronacaGela

Gela. Pecore e pastori non ci stanno. “Noi fuori dalla mafia e protettori dell’ambiente senza aiuti dalle istituzioni”

Pecore e pastori fuori dalla mafia. “Gli incendi non sono stati appiccati da noi, abbiamo fatto di tutto per aiutare l’ambiente a proteggersi dai fuochi clandestini, anche senza l’aiuto dei vigili del fuoco”.

E’ di ieri il servizio di Rete Chiara che avrebbe riportato delle presunte denunce da parte di cittadini rimasti nell’anonimato.
Questi ultimi avrebbero mosso pesanti accuse contro gli allevatori della zona di Borgo Manfria e Desusino accusandoli di essere loro i fautori degli incendi registrati nelle ultime settimane, nonché la causa diretta di furti, minacce e aggressioni.

Ma gli allevatori non ci stanno, e decidono di rispondere mostrando ai cittadini il loro operato e soprattutto separandosi dai pregiudizi di mafia ad essi associati.
Da anni, infatti, la professione di allevatore a Gela è quasi del tutto oscurata dai pregiudizi sociali e dimenticata nell’oblio di campagne mai sorvegliate, nonché di aiuti inesistenti specifici per la loro classe lavorativa.
Non con piacere, ma a causa di tantissime difficoltà ambientali,i pastori e le loro greggi sono costretti a muoversi lungo percorsi lunghissimi e difficili da praticare prima di poter raggiungere zone di acqua e di ombra per i propri animali.

“Quello che i cittadini definiscono “La terra di nessuno” è nella realtà la stessa terra che viene utilizzata ogni giorno per una professione che porta il pane e il guadagno sacrificato nelle case delle nostre famiglie. Non possono paragonarci alla mafia solo per sentito dire. I nostri animali vengono curati giornalmente con sudore e duro lavoro, non potremmo mai permetterci di dare fuoco al nostro stesso sostentamento”.

E così che molti pastori si difendono dalle accuse, ricordando come in tutte le occasioni di incendio si siano prodigati, notte e giorno, insieme alle loro famiglie allo spegnimento dei fuochi, rischiando di ferirsi o addirittura morire a causa dell’inalazione di fumi pericolosi per l’uomo.

In particolar modo, i pastori ricordano come nel 2021 gli incendi causati durante la notte fossero proprio in vicinanza delle loro greggi, rischiando di abbattere molti animali a causa del fuoco e del fumo troppo vicini senza l’intervento da parte dei vigili del fuoco, che erano stati avvertiti ma non si erano presentati.

Non sempre, dunque, è colpa della “Stidda” quando avvengono furti o danni a proprietà private. I servizi di videosorveglianza o addirittura di vigilanza da parte delle forze dell’ordine mancano del tutto nelle zone di campagna gelesi, è perciò erroneo e discriminatorio affermare ciò nei confronti di gente che di quella stessa terra ci vive.

Se le prove mancano, i cittadini non possono essere condannati sulla base di una professione lavorativa o di un giudizio sociale. E’ questo il pensiero che rivendicano molti allevatori della zona, e non.

Il tema degli “incendi” persiste nel territorio gelese da tantissimi anni, indipendentemente dagli allevatori che si muovono in quelle campagne da poco meno di 4 o 5 anni, dalla zona interessata.

Questo mese sono stati registrati almeno due incendi nella zona sottostante la Villa Garibaldi, in pieno centro storico. Qualche mese fa le zone erano altre, eppure in città non si muovono né animali né pastori.

A questo proposito potrebbero scattare anche delle querele da parte degli allevatori, che negli ultimi incendi non sono stati nemmeno aiutati dai vigili del fuoco a spegnere le fiamme, rischiando salute e danni significativi ai loro allevamenti e a loro stessi.

“Gli incendi non sono stati appiccati da noi, abbiamo fatto di tutto per aiutare l’ambiente a proteggersi dai fuochi clandestini, anche senza l’aiuto dei vigili del fuoco”.

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