Cronaca

Maxi operazione antimafia: sgominata banda della Stidda. Ecco le foto

ecco i nomi di coloro che sono finiti in carcere

AGGIORNAMENTO

Sono finiti in carcere: Di Giacomo Bruno, inteso “Marlon Brando”, gelese di 44 anni; Di Giacomo Giovanni, gelese di 47 anni, già detenuto; Antonuccio Giuseppe Alessandro, gelese di 39 anni, già agli arresti domiciliari; Antonuccio Giuseppe inteso “Pallina”, gelese di 33 anni; Ajdini Mirjan inteso “Emiliano o Puci”, albanese di 32 anni, già agli arresti domiciliari; D’Antoni Luigi, gelese di 54 anni; Di Giacomo Vincenzo, gelese di 52 anni, già detenuto in una casa di lavoro; Di Giacomo Rocco, gelese di 63 anni; Di Maggio Vincenzo, gelese di 30 anni; Giaquinta Giuseppe, gelese di 28 anni; Guzzardi Luciano, catanese di 55 anni; Lauretta Emanuele, gelese di 35 anni, già detenuto; Lauretta Emanuele, gelese di 41 anni; Marchese Rosario, calatino da sempre vissuto a Gela di 33 anni, già detenuto; Marino Gaetano, gelese di 35 anni; Nastasi Giuseppe, gelese di 35 anni; Palena Nicola, gelese di 37 anni, già detenuto; Parisi Gianluca, gelese di 36 anni; Pennata Alessandro Emanuele, gelese di 36 anni; Portelli Paolo Franco, gelese di 20 anni; Romano Andrea, gelese di 25 anni; Scerra Filippo, gelese di 44 anni; Scilio Alessandro, gelese di 39 anni; Tomaselli Massimiliano inteso “Emiliano”, gelese di 38 anni; Traina Giovanni, palermitano di 44 anni, trapiantato a Gela; Truculento Giuseppe, gelese di 51 anni.

Sono stati posti agli arresti domiciliari: Cammalleri Samuele Antonio, gelese di 32 anni; D’Antoni Giuseppe, gelese di 30 anni; Cosca Laura, gelese di 25 anni; Famà Aleandro, inteso Scarabeo, gelese di 23 anni; Peritore Benito, gelese di 43 anni, già detenuto; Infurna Calogero Daniele, gelese di 36 anni; Vella Giuseppe, palermitano trapiantato a Licata di 66 anni.

Sono attivamente ricercati Antonuccio Salvatore inteso “orecchie di plastica”, gelese di 42 anni e Simone Gaetano, gelese di 48 anni.

L’ordinanza è stata eseguita dai poliziotti del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, della Squadra Mobile di Caltanissetta e del Commissariato di Gela, con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine e di Unità cinofile di Palermo e Catania e delle Squadre Mobili di Catania, Siracusa, Chieti, L’Aquila, Brescia e Cosenza.

Inoltre, il Gip presso il Tribunale di Caltanissetta ha disposto il sequestro preventivo di alcune aziende, il cui valore è ancora in fase di accertamento: dell’intero capitale sociale e del compendio aziendale della Cartaplastic srls, con sede legale a Gela, operante nell’ambito del commercio di saponi e detersivi e ingrosso di altri prodotti nel settore alimentare, con intestazione a Cosca Laura quale titolare delle quote; dell’intero capitale sociale e del compendio aziendale della Sweet Plastic srls, con sede legale a Gela, operante nell’ambito del commercio di saponi e detersivi e ingrosso di altri prodotti nel settore non alimentare, con intestazione a Cosca Laura quale titolare delle quote; dell’intero capitale sociale e del compendio aziendale della Malibu’ Indoor srls, con sede in Gela, che si occupa d’intrattenimento all’interno della discoteca Malibù di Gela, con intestazione di parte delle quote a D’Antoni Giuseppe.

GELA –  Un’operazione imponente. Più di 300 uomini delle forze dell’ordine impegnati. L’ausilio di due elicotteri e 15 unità cinofile. E’ in corso in questi minuti il blitz della Polizia di Stato nella città di Gela. Una retata antimafia come da anni non si vedeva in Sicilia. Disarticolata la pericolosa organizzazione mafiosa della stidda che, negli ultimi anni, ha imperversato, nella cittadina siciliana appropriandosi di parte del territorio con la tipica forza e violenza mafiosa, che da sempre l’ha caratterizzata. In carcere sono finiti capi, gregari e sodali che hanno gestito un fiorente traffico di sostanze stupefacenti, hanno infiltrato l’economia legale attraverso imprese di comodo, facendo estorsioni a tappeto, specie con il metodo dell’imposizione dei prodotti delle loro aziende.

 

Secondo la Procura di Caltanissetta le persone arrestate sono coinvolte in spedizioni punitive organizzate anche con l’uso di armi e con danneggiamenti seguiti da incendi, ai danni di chi osava contrapporsi al loro potere criminale. Una vera e propria potenzialità “militare” costituita da “500 leoni”, ossia di 500 uomini armati che avrebbero potuto scatenare l’ennesima guerra di mafia. Le indagini svolte nel procedimento hanno consentito di fotografare l’ala violenta del clan, ricostruendo plurime condotte estorsive poste in essere ai danni di commercianti ed imprenditori riottosi o poco propensi a sottomettersi al loro volere, che – nonostante ciò – hanno trovato il coraggio di denunciare le estorsioni.

Al termine delle operazioni è stata tenuta una conferenza stampa nella sala stampa della Procura Distrettuale di Caltanissetta alle ore 11. Presente anche il Direttore Centrale della Direzione Centrale Anticrimine di Roma, dr. Francesco Messina.

 

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