CronacaMazzarino

Farm Cultural Park per Palazzo Tortorici di Mazzarino contro la reggente della Sovrintendenza di Caltanissetta

 

Riprendiamo un post “lettera di denuncia” di Andrea Bartoli che racconta come  sia difficile competere con la burocrazia di un Ente che invece di snellire, aiutare e cooperare, fa di tutto per mettere il bastone tra le ruote di chi vuole

Come in tanti sapete dall’inizio del 2022 con Flo abbiamo deciso di continuare l’impegno intrapreso a Favara con Farm Cultural Park, anche a Mazzarino.

Nel mese di gennaio di quest’anno, abbiamo aperto le porte di casa nostra, destinando il palazzo della mia famiglia oltre che a nostra abitazione anche ad Ambasciata di Farm, per le attività di diplomazia culturale.
Il Palazzo è rimasto casa ma è stato destinato per l’ospitalità di personalità importanti della diplomazia, della politica, della cultura di tutto il mondo, valorizzando in questo modo la Città di Mazzarino. In poco meno di 8 mesi, saranno passate da Mazzarino diverse centinaia di personalità, certamente più del doppio di quante non ne siano passate da quel Palazzo negli ultimi 70 anni che a geometrie variabili hanno avuto modo di conoscere, parlare, stare insieme alle persone di Mazzarino. Molti di loro sono stati ospitati nelle strutture ricettive, hanno mangiato le straordinarie prelibatezze dei nostri fornitori, hanno visitato Mazzarino spesso con la sapiente e preziosa mediazione culturale di Filippo Pesce. Si sono innamorati e sono diventati Ambasciatori di Mazzarino.

Negli stessi primi giorni dell’anno, abbiamo pubblicamente sottoscritto con il Comune di Mazzarino un accordo di partenariato pubblico-privato che ci consente di utilizzare Palazzo Tortorici, chiuso da diversi decenni, per attività culturali e di empowerment giovanile; l’8 di gennaio, in una bellissima emozionante assemblea pubblica prendemmo l’impegno che abbiamo mantenuto di trasformare quel palazzo in una grande attrazione e restituirlo alla collettività.

Sin qui sembra una bella favola, ma nelle favole c’è sempre un “lupo”.

Da 9 mesi subiamo dalla dottoressa Daniela Vullo, Sopraintendente per i beni culturali di Caltanissetta un’ostilità ridicola fatta di procedimenti, visite ispettive (in 9 mesi siamo a quota 5), ordinanze, segnalazioni alla Procura della Repubblica, chiusura dei luoghi, sospensione di contratti, minacce di denuncia penale.
Trattati come se fossimo dei delinquenti.
Tutto questo come premio per il nostro impegno per il territorio.

Prima per casa a Mazzarino, durante e poi per il Palazzo Tortorici e poi ancora per l’uno e l’altro.

Tutto questo, nonostante l’imbarazzo evidente dei suoi colleghi che però sono costretti ad allinearsi alle indicazioni e prevaricazione del “capo supremo”.

La dottoressa Vullo, non potendo o non volendo riconoscere personalmente la bontà del lavoro di valorizzazione fatta sul Palazzo di famiglia ha richiesto, anche su disposizione del Servizio di Tutela del Dipartimento Regionale, al Direttore e ad un funzionario del Museo di arte moderna e contemporanea di Palermo di valutare gli interventi artistici all’interno del palazzo e nonostante le valutazioni positive espresse in quel sopralluogo le cui conclusioni sono:

“che nessuna delle installazioni o delle decorazioni ha sminuito l’esistente, aggiungendo, anzi, valore e peculiarità ed esaltando una continuità storica che non risulta turbata e che regge il dialogo in maniera forte. E che lo spirito del luogo, il suo genius loci, non è stato compromesso ma anzi rafforzato da nuova espressione di arte e bellezza…”

nonostante il parere ricevuto da un organo sovraordinato, lei continua ad ordinare di demolire il Giardino progettato da un prestigioso studio di architettura per delle fioriere di muratura che contengono delle meravigliose piante di Camelie.

Il più grande abuso edilizio della storia della Sicilia, o forse invece di abuso edilizio siamo nella fattispecie dell’abuso di potere.

Vi prego di leggere l’arroganza del provvedimento che allego in foto che un secondo prima dice che…nessuna delle installazioni o delle decorazioni…(leggi sopra) e a scanso di equivoci indica espressamente anche il “Giardino dell’Amore di lunga durata” e un attimo dopo ne ordina la demolizione.

Il “Giardino dell’Amore di lunga durata” è un giardino di Camelie, un piccolo omaggio al continente Asiatico ed in particolare alla Cina, al Giappone e alla Corea del Sud con cui Farm Cultural Park ha scambi culturali stabili e duraturi. Nel 2020 Farm ha persino vinto il prestigioso premio Human City Design Award della Città di Seoul e numerosi ospiti coreani hanno già visitato e apprezzato anche questo giardino.Nella tradizione cinese, i morbidi petali dolcemente arrotondati della camelia sono simbolo di massima raffinatezza, perfezione ed eccellenza per la loro posizione in simmetria, oltre a esprimere l’attaccamento amoroso di lunga durata, incarnano anche l’essenza di una ragazza che ha scelto di affidarsi alla protezione del giovane amato, rappresentato dal calice che supporta il fiore. Petali e calice si distaccano insolitamente insieme dalla pianta dopo che il fiore è appassito, invece di scivolare a terra un petalo dopo l’altro, caratteristica per cui le camelie sono assunte, in Cina, quali rappresentative dell’unione perfetta e della devozione eterna tra innamorati. Le camelie sono simboli portafortuna anche nel Capodanno cinese e, in questa occasione, vengono anche offerte agli dei, ma rappresentano anche la primavera. I giapponesi apprezzano molto questa pianta autoctona (‘Camellia japonica’, ‘Rosa del Giappone’) per i fiori stracolmi di petali che si schiudono molto precocemente nel tardo inverno. In Corea, la fioritura prolungata per alcuni mesi della camelia è assunta a dimostrazione di persistenza dell’amore e della devozione.

Se tutto quanto vi ho raccontato da solo non bastasse, passiamo a Palazzo Tortorici.In occasione di una delle diverse visite ispettive al mio palazzo, nel mese di gennaio, con la Dottoressa Vullo, l’unica volta in cui ci ha concesso la sua presenza, abbiamo visitato informalmente Palazzo Tortorici, abbiamo nuovamente spiegato a voce quello che già aveva formato oggetto di corrispondenza e abbiamo anche spiegato il nostro desiderio di restituire alla collettività “prima possibile” un edificio pubblico chiuso da decenni. Ingenuamente ho anche chiesto e proposto di poter sviluppare il progetto insieme, Farm e Soprintendenza in collaborazione con il Comune di Mazzarino. Niente da fare. Ai primi di marzo abbiamo inviato una bozza informale del progetto e a fine marzo eravamo pronti per presentarlo ufficialmente. Peccato che la Soprintendenza si è dotata di un nuovo portale informatico che non ha funzionato sino a metà maggio.A metà giugno, pochi giorni prima della apertura al pubblico che avevamo previsto, dopo svariati tentativi dei tecnici di Farm e di quelli del Comune di Mazzarino, di avere interlocuzioni con la Dottoressa Vullo, che si è sempre negata, la Soprintendenza ha risposto che non sapeva nulla dell’esistenza di un rapporto di collaborazione tra il Comune di Mazzarino e Farm Cultural Park e addirittura voleva che il Comune presentasse istanza per il riconoscimento del vincolo.

Non sapeva nulla?
Istanza di riconoscimento del vincolo di un Palazzo già vincolato?

Sembra una barzelletta, ma sapete quando in gergo calcistico si parla di “melina”. Perdere tempo, non autorizzarci, non consentirci di mantenere la promessa e aprire al pubblico il Palazzo Tortorici il 25 di giugno.

Ma poi nel 2022, un dirigente di un ufficio pubblico può negare di avere un confronto con un cittadino o ancora peggio con il Sindaco e i tecnici di una città?

Ad ogni modo il 25 giugno il Comune di Mazzarino e Farm Cultural Park presentano pubblicamente alla città, Palazzo Tortorici. Tutti sono felici ed entusiasti. Tutti tranne la Dottoressa Vullo evidentemente.

Incarichiamo una giovane e brillante responsabile per Palazzo Tortorici, un altro componente dello staff, quattro volontari provenienti da un’importante istituzione universitaria di Milano e siamo in attesa del via libera della Soprintendenza.
Mazzarino, come Favara, si prepara per l’estate 2022, ad ospitare turisti e visitatori da tutto il mondo. Ed invece? La Dottoressa Vullo, il 27 giugno, due giorni dopo, invece di autorizzare il progetto che i suoi uffici ci hanno fatto presentare ben due volte, decide di intimare la chiusura al pubblico del Palazzo Tortorici e in una deriva legislativa si inventa pure la sospensione del contratto tra il Comune di Mazzarino e Farm Cultural Park.

Ieri 16 settembre, ancora, una nuova comunicazione di integrazione di documenti, una ulteriore richiesta di parere al superiore Dipartimento per la valutazione dei nostri interventi sul Palazzo Tortorici, magari per poi fare come per l’altro palazzo, disattendere quello che viene riconosciuto meritevole e chiedere la demolizione, pena in caso contrario la denuncia penale.

Oggi è il 17 settembre, io mi trovo a Marsiglia invitato a raccontare Farm al “Festival della Cité Sauvage” e ieri sera gli architetti di mezzo mondo sono rimasti raccapricciati da quello che sta accadendo a Mazzarino.

Nel frattempo sono quasi passati tre mesi da quando il Palazzo Tortorici potrebbe essere nuovamente aperto al pubblico e non lo è ancora per il capriccio e le “superchierie” di una persona, che dovrebbe lavorare al servizio dei cittadini e non contro.

Il lavoro di valorizzazione di un territorio dovrebbe essere capace di farlo lei, visto che viene pagata per questo e non certo per mettere i “bastoni tra le ruote” a chi si impegna a proprie spese come privato cittadino.

Ogni giorno di chiusura di Palazzo Tortorici non è solo un piccolo danno a Farm, poco importa.
E’ un danno alla Città di Mazzarino, all’economia di Mazzarino, a 1.200 studenti di tutte le scuole di Mazzarino e Riesi che durante la primavera hanno progettato con noi questo luogo, a tutti quegli studenti fuori sede che sono tornati quest’estate a Mazzarino e non hanno potuto visitare, fruire, nutrirsi di quello spazio.
Con enormi sacrifici abbiamo fatto tra l’altro 100 abbonamenti a quotidiani, magazine, giornali di politica, economia, business, arte, fotografia, viaggi, moda, femminismo e tanti altri argomenti; ogni tre giorni arriva anche il New York Times.
Si, il New York Times a Mazzarino.
Quei giornali aspettano di essere sfogliati, letti, commentati, discussi insieme, per aprire finestre, possibilità, mondi. E quei giornali sono solo il punto di inizio: inviteremo editori, giornalisti, fotografi per farli confrontare con i ragazzi di Mazzarino, Riesi, Butera, in un “luogo di bellezza”, sicuro, pensato su misura dei ragazzi, dai ragazzi stessi.

Gentile Dottoressa Vullo, mi spiace che non lo abbia capito da sola, ma non è più il tempo.E’ andata troppo oltre. Ed io, la mia famiglia, la comunità di Farm, i giovani e meno giovani di Mazzarino non abbiamo più nessuna intenzione di pazientare.

Per questa ragione, oggi lanciamo una petizione per l’apertura di Palazzo Tortorici e per chiedere che tutto quello che è accaduto in questi mesi non abbia mai più a ripetersi.
Il suo modo di dirigere il suo ufficio ed esercitare il suo potere Dottoressa Vullo è nella migliore delle ipotesi anacronistico. Forse ha dimenticato che il codice etico del Ministero dei beni Culturali all’art.4 punto l) nel capoverso “Rapporti con il pubblico” così recita:“Nei rapporti con gli utenti sono tenuti alla massima disponibilità ed all’applicazione delle misure di semplificazione dell’attività amministrativa in modo da stabilire un rapporto di fiducia e collaborazione”.
I suoi superiori e le autorità competenti, ma anche l’opinione pubblica valuteranno se questo è un modo corretto di operare.

Questa volta, dottoressa Vullo, siamo noi a chiedere in tutte le sedi competenti, conto del suo operato.

Chiunque ritenesse di sostenere la nostra causa, può firmare la petizione a questo link.
https://chng.it/jtgFhYPQ

Scusatemi perché il post è molto lungo, grazie mille per la vostra attenzione e per chi avrà voglia di aiutarci a diffondere questa notizia e sostenere la nostra causa.

P.S. Ho dimenticato di raccontarvi che il famoso Palazzo Tortorici, qualche anno indietro ha ottenuto un cospicuo finanziamento, intorno al milione di euro; che i lavori di ristrutturazione sono stati eseguiti in modo decisamente discutibile, e ci sono troppe cose che non tornano.Basterebbe parlare dei riscaldamenti, debitamente collaudati e mai installati.Oppure delle volte con gli affreschi e i decori, vergognosamente coperti e da noi riportati alla luce.Oppure delle stanze incompiute, a quanto pare il milione non è bastato.Mi domando come mai in quella occasione la dottoressa Vullo che aveva l’Alta Sorveglianza non abbia fatto nessun appunto, nessun riscontro formale, nessuna visita ispettiva, nessuna denuncia e soprattutto non abbia richiesto nessun parere al superiore Dipartimento regionale.

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