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Escalation di disagi post maltempo. L’essenzialità della Protezione Civile.

Le segnalazioni dei cittadini durante il maltempo di ieri

<< In un Paese come il nostro, particolarmente esposto ai rischi naturali, la Protezione civile rappresenta ormai da decenni un Sistema coordinato a tutela della popolazione, del territorio e dell’ambiente.
Insieme alla Protezione civile e certamente anche per effetto della sua stessa esistenza, è cresciuta in questi anni una consapevolezza diffusa nei confronti del valore delle risorse del territorio, ma anche una maggiore attenzione ai temi della sicurezza collettiva contro l’incuria, l’inerzia, l’abbandono. >>
Giuseppe Conte in Fate presto (volume I)

Il mutamento delle stagioni è un fenomeno naturale, ma negli ultimi decenni il mondo intero ha assistito a qualcosa di inaspettato e molto pericoloso, registrando eventi naturali dannosi con una frequenza e un’intensità mai visti. Nel resto del mondo sono note a tutti quelle notizie che ci parlano di improvvisi uragani, di terremoti o di incendi che hanno distrutto praticamente tutto l’ambiente dove hanno riversato tutta la loro forza. E a gestirne le conseguenze sono sempre stati gli uomini, spesso impreparati o colti di sorpresa.

In Italia un organo essenziale per la prevenzione e l’intervento mirato in caso di allerta o calamità naturale è la Protezione Civile, che da anni e anni si impegna nella tutela del territorio e nella salvaguardia dell’ambiente sociale e naturale; non è un caso che il presidente Conte ammise l’importanza e l’essenzialità di un servizio di protezione civile specialmente negli ultimi anni in sede nazionale.

Normalmente, secondo il dipartimento di P. C., l‘autunno è la stagione durante la quale si concentrano le perturbazioni provenienti dall’Atlantico che, raggiunto il territorio nazionale, possono produrre piogge intense e persistenti, che a loro volta producono effetti idrologici lungo il reticolo di drenaggio dei bacini di tutte le dimensioni, con conseguente generazione di frane superficiali e attivazione di frane profonde. L’elevata antropizzazione e la densità abitativa di molte aree esposte a tali fenomeni comportano un rischio da frana e di alluvione molto elevato.

A questo proposito sono, perciò, necessarie azioni di programmazione e insediamento di presidi territoriali, che possano svolgere il ruolo utilissimo di allerta e procedure di sostengo sul tempo di calamità. Anche l’informazione direttamente rivolta ai cittadini, oltre che alle autorità locali, è di fondamentale importanza.

Ricordiamo per esempio il recentissimo articolo di cronaca nera dell’alluvione nelle Marche, dove il sindaco assolutamente affranto per l’accaduto rimproverò di non avere avuto un’adeguata prevenzione o un’avvertimento di allarme che avrebbe potuto costituire l’input per l’evacüatione della zona colpita. 

Per quanto riguarda la città di Gela negli ultimi giorni si è assistito a un continuo malfunzionamento dell’apparato territoriale sulla prevenzione della crisi metereologica, data anche da una situazione fin troppo critica delle condizioni in cui riversano le strade del territorio. Le conseguenze sono state: allagamenti, anche di fronte le scuole (attive perché ad inizio settimana), di strade, marciapiedi, incroci ecc.; otturazione di tombini e di cavità irregolari del manto stradale, disagi nella mobilità.

In questo caso sono stati i cittadini, tramite social o segnalazioni, a mostrare il degrado della città di fronte le prime piogge d’autunno.

Se queste sono le conseguenze delle prime piogge, abbiamo da attendere solamente ciò che accadrà in seguito nel pieno delle stagioni autunno e inverno.

In questo momento rimane chiaro a tutti che è necessario un tempestivo intervento per la riqualificazione del territorio, degli impianti di scarico delle acque, e della messa in sicurezza di tutti i cittadini gelesi, a partire anche dai lavori per le strade.

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