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Discoteche, feste e mascherine all’aperto, da martedì si volta pagina: attenzione però alla proroga.

Discoteche, feste e mascherine all’aperto, da martedì si volta pagina. Forse. Il 31 gennaio, infatti, scadranno i provvedimenti inseriti nel decreto Festività, entrato in vigore il 24 dicembre in vista di Natale e Capodanno.

In particolare, potranno tornare a riaprire le sale da ballo, così come si potrà tornare ad organizzare feste e concerti in piazza, provvedimenti che erano stati presi con l’imminenza del Capodanno e il timore dei veglioni che potevano innescare contagi. Dalla stessa data, infine, dovrebbe cadere l’obbligo di mascherine all’aperto in zona bianca. Il condizionale, però, è quanto mai d’obbligo, visto che non è escluso che il governo proroghi i provvedimenti. L’ipotesi che circola in queste ore è quella di tenere chiuse le discoteche ancora fino al 15 febbraio. L’ipotesi più drastica è invece di mantenere i divieti ancora per un paio di mesi, fino cioè al 31 marzo quando scadrà anche lo stato di emergenza. La speranza dei gestori delle discoteche e degli organizzatori di eventi – che sono riusciti a tornare in attività per appena un paio di mesi dopo il lockdown – resta comunque quella di poter tornare a riaprire i battenti pur nel rispetto delle norme, compreso l’obbligo di green pass che, proprio dal primo febbraio, cambierà la sua durata passando dagli attuali 9 ai 6 mesi. A decidere però sarà comunque il Consiglio dei ministri che, salvo sorprese, dovrebbe tornare a riunirsi domani, lunedì.

Sul tavolo ci sarà anche il prossimo decreto per rinnovare le regole su scuola, colori delle zone e quarantene. La semplificazione nelle scuole richiesta da dirigenti e governatori, e sostenuta dal governo, è già partita con le misure inserite nel decreto bollette. Adesso, infatti, chi ha il super green pass rientra dall’autosorveglianza senza dover fare il tampone, mentre i test saranno gratuiti anche alle elementari, le cui famiglie potranno rivolgersi ai pediatri. Ma altro potrebbe arrivare dal prossimo Consiglio dei ministri, come l’allineamento delle regole tra elementari e superiori, grazie all’andamento sempre più in crescita della campagna vaccinale tra i più piccoli. Restano critici presidi e sindacati che lamentano una «insostenibile gestione dei casi di positività».

«La situazione non è più sostenibile – tuona la Flc Cgil -. Occorrono una risposta immediata da parte del Ministero e una regia nazionale, da noi più volte invocata, che assicuri uniformità a tutte le procedure regionali, che tenga conto della reale situazione di criticità delle Asl e che semplifichi concretamente gli adempimenti delle scuole». Ciò che appare certo, invece, è il cambiamento del sistema dei colori, come più volte hanno richiesto i presidenti delle Regioni, anche se le fasce continueranno ad essere un punto di riferimento per l’analisi epidemiologica delle diverse aree. E se chi ha il super green pass avrà accesso ad ogni attività in tutte le zone tranne che in quella rossa, resta aperta la trattativa su cosa concedere in quest’ultima. Resta da stabilire se in questa fascia le misure debbano essere applicate a chi ha totale copertura vaccinale. Altra questione chiusa sembra essere l’introduzione di un aggiornamento dell’indicatore che riguarda il calcolo dei ricoveri per Covid: i pazienti asintomatici che occupano un posto letto per altre patologie resterebbero in isolamento nello stesso reparto in cui si trovano, senza essere conteggiati dunque come «ricoveri per Covid». (gds.it)

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