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Caltanissetta, tamponi ai positivi comunicati dall’ASP anche dopo 4 giorni.

L’aumento dei contagi nella Provincia di Caltanissetta sta facendo incrementare le procedure burocratiche dell’ASP di Caltanissetta che, per ogni positivo deve procedere con il tracciamento dei contatti, la prenotazione dei tamponi e la comunicazione degli esiti.

Un sistema che, nonostante due anni di pandemia, talvolta fatica a procedere in modo spedito. E qualche nodo può venire al pettine.

Restare in isolamento a casa, in attesa della comunicazione dell’esito di un tampone molecolare, può diventare un problema a prescindere che il risultato sia positivo o negativo.

C’è chi, ad esempio, è negativo (dunque sano) e resta a casa senza poter andare a lavoro, a scuola o a tutte le altre attività quotidiane che costellano la propria vita.

Ma il “danno” si crea anche quando a casa, in isolamento, c’è un positivo. La tardiva comunicazione di contagio al Sars Cov-2, infatti, impedisce un corretto tracciamento dei contatti del malato e, dunque, il rischio è “mandare in giro” una persona che, pur mantenendo le dovute misure di sicurezza, è positiva e, dunque, contagiosa.

Un esempio realistico che richiama l’esperienza raccontata da una cittadina di Caltanissetta che sottolinea come a suo parere, con questo sistema di approccio, i contagi rischiano di aumentare piuttosto che ridursi.

Ecco la sua storia:

“Giorno 17 dicembre ho accompagnato mia figlia a fare un tampone molecolare (per fortuna nella palestra del suo istituto) a cui tutti i suoi compagni si sono sottoposti in quanto “contatti di positivi”.

Il 17 sera sono arrivate le prime tre comunicazioni di negatività ad altrettanti bambini. Proviamo a contattare telefonicamente i numeri dell’Asp di Caltanissetta ma li trovavamo sempre occupati.

Non ho desistito e, per tutto il giorno 18 ho scritto mail e provato a telefonare. Nessuna risposta né al telefono né via mail.

Nel frattempo è arrivata una comunicazione dall’Asp a una quindicina di compagni di mia figlia (tramite il registro elettronico della scuola) che comunicava la fine dell’isolamento. Io ho cominciato a preoccuparmi e con me anche le altre 3 mamme a cui questa comunicazione non è arrivata”.

Domenica 19 dicembre ho continuato il mio giro di chiamate e finalmente mi risponde un operatrice ASP al telefono che mi ha comunicato la positività di mia figlia e si è stupita (LEI!!!) di come non eravamo stati ancora contattati visto che l’esito del tampone si era avuto il 17 sera.

Mi ha consigliato di inviare una mail (UN’ALTRA!?) allo Spemp in cui IO avrei dovuto richiedere l’attivazione delle procedure del caso.

Finalmente a metà di questa mattina, lunedì 20 dicembre, ho ricevuto l’attesa chiamata che ha ufficializzato lo stato di positività di mia figlia.

E ci chiediamo ancora perché i contagi crescono?

Crescono perché io, mio marito e mio figlio piccolo da venerdì sera a oggi in teoria – se positivi – avremmo contagiare il mondo intero, perché nessuno ci ha mandato una semplice comunicazione di positività al pari di quelli che, quasi nell’immediatezza, hanno avuto la notizia che sono negativi.

L’ASP ha avuto più premura di liberare i negativi piuttosto che avvisare i conviventi dei positivi?

Certo mi si può obiettare che alla comunicazione di positività conseguono una serie di adempimenti tali che, visto il numero elevato di casi, non è in grado di gestire nell’immediatezza. Ma è indispensabile inviare quantomeno una mail nella quale si comunica il potenziale pericolo a cui posso esporre chiunque mi incontri e, contestualmente, di impormi la quarantena finché non verrà effettuato un tampone e che questo verrà fissato a data da destinarsi. Potrei infastidirmi per l’attesa indefinita ma metterei al sicuro tutti gli altri, a partire dai miei vicini di casa, i miei familiari e i miei colleghi di lavoro”. Senza considerare che la rete si può estendere alle attività fisiche, culturali, ludiche o, semplicemente, ai clienti che vanno a fare la spesa per gli alimenti di prima necessità.

La domanda, finale, che si è posta questa donna è sapere “a cosa possono servire tutte le precauzioni che ognuno di noi giornalmente prende, nel rispetto di tutti, se poi chi è il primo responsabile della Salute pubblica lascia consapevolmente che il virus sia libero di circolare?”

Abbiamo rivolto all’ASP di Caltanissetta il quesito per sapere, in questi casi, come bisognerebbe procedere. Siamo ancora in attesa di una risposta che pubblicheremo non appena ci verrà fornita. (ILFATTONISSENO)

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