CronacaDall'Italia

Addio a Piero Angela, storico giornalista e saggista italiano.

Si è spento all’età di 93 anni, Piero Angela, uno dei più influenti giornalisti e divulgatori scientifici d’Italia. Lo ha annunciato il figlio Alberto con un messaggio pubblico sui social: “Buon viaggio papà”.

Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si esprime con grande riconoscenza e commozione nei confronti di Piero Angela, descrivendolo come una persona intellettuale e raffinata, capace di avvicinare tutti indistintamente alla cultura e al valore scientifico.

“(…) scompare un grande italiano cui la Repubblica è riconoscente”.

 

Tra le trasmissioni televisive più famose del noto conduttore ricordiamo Superquark, programma di divulgazione culturale, nato nel gennaio del 1995; per altro, il  canale dove Angela ha deciso di rilasciare la sua ultima dichiarazione pubblica:

 

“Cari amici – ha scritto – mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia”. “È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio”.

I messaggi di addio sono stati numerosissimi, da celebri cantanti fino a noti ed influenti politici. Tutti quanti hanno apprezzato almeno una volta un frammento delle riflessioni e dei pensieri di un uomo che non ha vissuto solo per l’immagine di sé, ma ha dato tanto per smuovere il meccanismo di un’Italia “difficile”, forse fin troppo in bilico tra cultura e ignoranza, in una guerra costante per la ripresa dei valori, dell’identità storica e culturale, oramai boicottata dalle influenze moderne e digitali.

Lo scenario più triste appare, infatti, non solo l’addio di Piero Angela, piuttosto l’interesse non sufficiente nei confronti dell’eredità che l’intero Paese, e non solo la famiglia, ha ottenuto in maniera gratuita, il che di questi tempi non è scontato che si possa avere.

Le ricchezze di cui i giovani, in primis, dovrebbero usufruire sono i grandi ed immensi tesori della storia, dell’arte e della scienza. Proprio come fece il giovanissimo Piero, il quale avviò la sua carriera di giornalista molto giovane. Ma i fatti, purtroppo, parlano d’altro.

Oggi viene a mancare la figura del giovane in grado di riscattarsi grazie alla spada della cultura, e di difendersi con lo scudo della buona educazione e dei sani principi morali.

Emergono le figure persistenti di ragazzi coinvolti nella malavita, che hanno messo da parte, o forse non hanno mai conosciuto (certe volte nemmeno per una loro colpa), la possibilità di avvicinarsi al sapere e di saziarsi di esso; trasformando le loro vite in un cattivo affare, promosso tanto dalla società quanto dallo Stato.

Che i giovani possano ritrovare ancora una volta la speranza nell’istruzione e nella prosocialità, le uniche vie che, seppur costose e pretenziose di sacrifici, possono davvero mandare avanti uno Stato senza distruggerlo.

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