La storia della settimana

Storia di Giulia: si sveglia in un mondo senza rumori

La sua storia condivisa dallo scrittore Carmelo Abbate

La storia che vi raccontiamo oggi ha dell’incredibile e del letterario. Sa di ‘Metamorfosi’ di Kafka e di Ovidio. Sa di cambiamento traumatico. Di quelli che ti sconvolgono la vita: quella personale e della famiglia. Quello che è accaduto a Giulia, ragazza dinamica di 22 anni, laureanda che si sveglia in un mondo senza rumori. Completamente. Giulia è bella, mediterranea, forte. Ha una famiglia solida alle spalle e viva a Catania per motivi di studi. Lì ha trovato la sua dimensione di vita: è amata da amici e colleghi. Ma la mattina del silenzio l’ha spiazzata.  Aveva avuto qualche problema che aveva superato con le terapie e qualche supporto. Ma d’improvviso sembra che nulla possa essere utile al suo problema divenuto dramma. Da settimane Giulia si trova ricoverata nel centro sanitario di Catania, i medici stanno per gettare la spugna ma lei non si arrende. Per gioco ha scritto a Carmelo Abbate e si è sentita proiettata verso una nuova speranza:

“Scrivere ciò che mi è successo e dare un messaggio positivo sul fatto che ci sentirà un giorno e persone come me che stanno affrontando la  stessa situazione di avere pazienza e coraggio che a questo c’è una soluzione-  – dice  Giulia – Raccontare questa storia mi ha dato la forza di affrontarla perché quella mattina che mi sono svegliata sorda mi e’ crollato il mondo finalmente avevo trovato l’ equilibrio nella mia vita attraverso la fotografia l’accademia ed ero piena di progetti, scopi, obiettivi. Stavo scrivendo la tesi, studiando ultime due materie del triennio eseguendo il primo anno del biennio specialistico. Ho dovuto fermare tutto all’improvviso. E poi la delusione da parte medici perché mi vedono audiolesa e mi dicono che non c’è speranza per il mio udito, l’unica soluzione è l’impianto crocleare. Io voglio lottare, continuare con la terapia iperbarica e recuperare il mio udito, voglio avere questa opportunità che mi appartiene e mi basta avere l udito che avevo prima”.

 

Ecco cosa scrive Abbate: “Lei è Giulia. Nasce a Gela nel 1997. Ha 7 anni. Parla poco, ha lo sguardo perso. I genitori si preoccupano. La fanno visitare. È audiolesa. Non sente. Giulia si vergogna. Impara a leggere le labbra. Passa qualche tempo, le portano degli apparecchi acustici. Con questi potrà sentire. Giulia non riesce a crederci. Li indossa. È emozionata. Il rumore delle macchine. Il clic di un interruttore. La voce della mamma. Il suono del mare. Ogni giorno è una scoperta. Per la prima volta si sente parte del mondo. Ha 5 anni. Inizia la scuola. È felice. Potrà parlare con tutti. Ma i compagni le stanno alla larga. Giulia è strana, ma senti come parla. La mamma la iscrive a danza. Le compagne la picchiano. Non le permettono di cambiarsi con loro. Giulia è terrorizzata. Cambia palestra. In quella nuova, nessuno la tratta male. Giulia si apre, scopre la musica. Quando la ascolta, riesce a non pensare. Rinasce. Ma in classe è sempre quella diversa. Ha 12 anni. I compagni la minacciano sui social. La prendono a calci e pugni fuori da scuola. Giulia incassa, non dice nulla. Sua mamma lo scopre. Parla con le insegnanti e le mamme. Le botte cessano. Ma Giulia è sola. Ha 14 anni. È taciturna, introversa. L’ultimo anno di liceo stringe amicizia con una ragazza. È la prima volta. I professori non la aiutano. Non sei adatta all’università, lascia stare. Giulia si sente umiliata, ma non si arrende. Si iscrive all’Accademia di Belle Arti. Scopre la fotografia. Dietro l’obbiettivo si sente libera di esprimersi. Senza pregiudizi, senza limiti. Ha trovato il suo posto. È il 6 novembre del 2019. Giulia non riesce a dormire. Ha un grande dolore all’orecchio sinistro. Si alza, si prepara per andare a lezione. Indossa i suoi apparecchi acustici, ma qualcosa non va. Non sente dall’orecchio sinistro. Ha un attacco di panico. Piange. Va dall’otorino. Sordità improvvisa. Giulia è distrutta. Crolla. Si chiude in se stessa. Forse c’è una cura, forse un giorno tornerà a sentire. Forse. Giulia Cassaro non vuole arrendersi..

Chissà se veicolando questa storia arrivi a qualche otorino luminare in grado di risolvere il suo problema

 

 

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