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Gela. Moto civico chiede le dimissioni del sindaco, scioglimento consiglio e dichiarazione dissesto

Lo abbiamo già rivendicato e ci ritorniamo sopra: Gela non è una repubblica a parte. Gela non è una città-stato del terzo millennio. Gela non è una zona franca. Questa storia deve finire.
Lunedì si andrà alla mozione di sfiducia e l’indomani il comune dovrebbe aderire al piano di riequilibrio pluriennale. Ma il tutto dovrebbe avvenire senza rendiconto consuntivo. Dal sindaco ci aspettiamo che dia seguito a quanto promesso in diretta televisiva: cioè le dimissioni.
A prescindere da ciò, in caso di mancata adesione al piano pluriennale di riequilibrio, più comunemente noto come “predissesto”, il 15 giugno invieremo una pec alla sezione regionale della Corte dei conti in cui chiederemo l’apertura dell’iter di scioglimento del consiglio comunale, ai sensi degli artt. 141 comma 1 e 193 ultimo comma, del Tuel.
Il comune di Gela versa in stato d’emergenza da settembre dello scorso anno perché non sono stati approvati il bilancio di previsione 2022 ed i rendiconti consuntivi 2021 e 2022, senza dimenticare che la mancata approvazione di provvedimenti di riequilibrio equivale alla mancata approvazione del bilancio di previsione o del rendiconto, da cui consegue lo scioglimento dell’organo consiliare.
Contestualmente chiederemo alla magistratura contabile di mettere in moto la procedura di dichiarazione dello stato di dissesto, perché noi non abbiamo paura di dire la verità ai cittadini e non l’avremo neanche in futuro. L’ente comunale non rischiava il dissesto, ma a questo destino l’hanno condannato incapacità ed inettitudine. Un qualcosa di inaudito ed inaccettabile. Per questa via, infatti, chiederemo alla Corte dei conti di indagare e valutare con severità, eventuali responsabilità scaturenti da condotte che dovessero risultare dolose e/o colpose.
IL PORTAVOCE
Filippo Guzzardi

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